Marzia Ubaldi è senza ombra di dubbio una delle attrici più versatili del nostro cinema, capace di raccontare le sfumature che la vita ci ha donato o che potrebbe ancora regalarci. La vediamo impegnata su due fronti; da un lato nella fiction tanto amata dal pubblico rai diretta da Fabrizio Costa qual è “L’allieva” e dall’altro con “Euforia” di Valeria Golino al cinema con Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio. Ne abbiamo parlato proprio con lei.
Marzia, la vediamo nella seconda stagione de “L’allieva”. Per quali motivi ha deciso di proseguire in quest’avventura televisiva?
“Beh perché lavorare alla mia veneranda età fa più che bene. Posso anche dire che il cast mi piace assai, esattamente come il regista”.
Lei interpreta la nonna di Alice. Che tipo di nonna è?
“E’ un tipo di nonna che mi piace perché, in fondo, un pochino mi somiglia: un po’ impicciona, simpatica e sempre dalla parte di sua nipote. Peccato però solo che quest’anno la nonna ci sia un pochino meno e collabori un pò meno alle “indagini” di Alice”.
Quale dovrebbe essere il ruolo dei nonni oggi?
“Questo è un argomento molto difficile da affrontare, almeno per me, almeno per ora. In generale, credo che oggi sia un ruolo fondamentale nella famiglia “moderna”. Purtroppo io non ho avuto modo di godere dei miei nonni come invece avrei voluto”.
E’ anche al cinema con “Euforia”, il nuovo film di Valeria Golino. Cosa l’ha spinta ad accettare questo ruolo?
“In realtà è stata una grande simpatia nata tra Valeria Golino e me durante il nostro primo incontro, stato fortissimo: una sorpresa inaspettata e molto gradita”.
Nel film veste i panni di una madre. Ci racconta del suo personaggio?
“Si, per una volta è una mamma e non una nonna. E’ la madre di due figli molto diversi tra loro e – diciamolo sottovoce – ha un debole per uno dei due; non si dovrebbe ma è così. Questo, a volte, porta a qualche piccolo “incidente diplomatico”, però, ovviamente, davanti ad eventi drammatici, l’amore per il figlio “problematico” torna a galla”.
Nell’epoca in cui viviamo, di cosa dovremo essere euforici, secondo lei?
“Di niente, purtroppo. Forse sono diventata pessimista contrariamente al mio solito, ma con tutte le porcherie e le atrocità che si vedono ogni giorno ho finito la pazienza e la speranza”.
Cosa vuol dire essere diretti da una regista come la Golino?
“Per me è stato bellissimo e inaspettato. È una regista e soprattutto una donna intelligente e piena di umanità, per non parlare della grande simpatia”.
Cosa spera arrivi del suo personaggio della fiction e del film al grande pubblico?
“La verità. Tutto il lavoro che ho fatto – come sempre – per dare a quei personaggi le emozioni, i sentimenti e la passione che i personaggi stessi suscitano in me”.