Lo stiamo vedendo in queste settimane su Rai1 nell’amatissima fiction de “I Medici” di Jon Cassar e Jan Michelini; interpreta  Guido Cavalcanti, un grande amico di  Lorenzo il Magnifico, il protagonista della serie tv. Michele Balducci (foto di Azzurra Primavera) è un giovane attore che di strada ne ha fatta partendo dalla sua Umbertide; dopo aver studiato recitazione fra Roma, Milano e Londra, inizia a lavorare a 21 anni, dividendosi fra teatro, cinema e TV. E’ stato diretto da Liliana Cavani, Luciano Odorisio, Luis Prieto, Giulio Base, Luca Miniero e Paolo Genovese, solo per citarne alcuni. Sul palco ha collaborato con  Romeo Castellucci, Luca De Bei, Graham Vick, Virginia Franchi e Liv Ferracchiati. Proprio a fine ottobre tornerà in teatro con il nuovo spettacolo di quest’ultimo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, con  “Commedia con schianto- Struttura di un fallimento”. Da poco ha terminato le riprese di una serie web diretta da e con Veronica Pivetti. Il titolo è “BLEAH!” ed è una divertente commedia ambientata nello Studio Ovale americano in cui interpreta un nerd esperto di tecnologia.

Michele, ti stiamo vedendo ne “I Medici”. Per quali motivi hai accettato?
“Prendere parte a questa serie tv è stata un’esperienza estremamente appagante, umanamente e professionalmente. Si trattava di una produzione internazionale con grandi mezzi, per cui tutto, dalle scenografie ai costumi, è stato curato nel minimo dettaglio. Il cast era metà italiano e metà inglese, per cui è stato molto interessante lavorare con colleghi con percorsi e storie diversi. Mi sono davvero sentito trasportato nel quindicesimo secolo ad ogni ciak, un privilegio che in pochi possono provare!”.

Vesti i panni di Guido Cavalcanti. Ci racconti un po’ di lui?
“Guido (un omonimo del poeta amico di Dante, che è vissuto ben prima del Rinascimento), è un giovane ragazzo appartenente alla ricca famiglia fiorentina dei Cavalcanti. È un amico stretto di Lorenzo il Magnifico con cui trascorre gran parte del suo tempo tra feste e banchetti, assieme a Sandro Botticelli e Angelo Poliziano. Ad un certo punto della storia, però, le circostanze lo porteranno a correre in aiuto di Lorenzo in un momento di grande difficoltà. E’ un personaggio forte, moderno, che a mio avviso rappresenta molto bene lo spirito del tempo in cui è vissuto”.

Questa fiction è un salto nel passato. Quali erano, secondo te, i pro e i contro di quegli anni?
“Il Rinascimento è stato un periodo meraviglioso per la storia italiana (e non solo). E’ stato un tempo di cambiamento e di rinascita durante il quale, grazie proprio a Lorenzo, l’arte e la cultura sono diventati stella polare per l’intera società del tempo. Credo che molto della nostra sensibilità artistica ancora oggi affondi le radici in quel periodo storico. Di contro, è chiaro che le disparità sociali, la povertà, le malattie erano una piaga ben più grave di quanto non lo siano ora. Nel complesso, tuttavia, penso davvero che sia stato uno dei momenti più fervidi e rivoluzionari che l’Italia abbia mai vissuto. Una rivoluzione ancora più speciale perché realizzata anche e soprattutto attraverso l’arte”.

Cosa ti piacerebbe arrivasse al grande pubblico di questa fiction?
“Mi piacerebbe che il racconto dell’ascesa al potere di Lorenzo il Magnifico ispiri in chi guarda la speranza che cambiare è possibile e che, mettendo passione e sudore in quello che si fa, il risultato sarà comunque positivo. Credo che questa serie sia anche un grande insegnamento di come con la cultura si possano davvero migliorare le cose, perché conoscere e studiare la bellezza ci può rendere persone migliori”.

Tu sei giovanissimo, ma com’è nata la passione per la recitazione?
“Ho sempre voluto fare l’attore, sin da bambino: non riesco ad individuare il momento esatto in cui questa passione è nata. E’ istinto e incoscienza. Crescendo ho colto tutte le opportunità che mi si sono presentate, fino al momento in cui sono riuscito a trasformare una passione in un lavoro”.

Sei partito dall’Umbria, Umbertide in particolare. Cosa porti con te della tua terra quando sei in giro per lavoro e cosa invece lasci
“Della mia terra mi porto sempre dietro la foschia d’inverno, certi paesaggi infiniti, il senso di protezione dei boschi, il ricordo di cosa significa avere diciotto anni e la vita davanti da mangiare a morsi. Lascio indietro la piccola nostalgia dell’essermene andato”.

Ti vedremo anche in “Commedia con schianto- Struttura di un fallimento tragico”. Ci dici di cosa si tratta?
“E’ la nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria, diretta da Liv Ferracchiati. E’ un testo molto interessante che parla della crisi creativa di un autore/regista che deve scrivere un nuovo spettacolo e metterlo in scena assieme ad un gruppo di attori, ma deve affrontare tutti i suoi fantasmi interiori, oltre ad una serie di difficoltà esterne, per raggiungere il suo obiettivo. E’ un lavoro sul “teatro nel teatro” ma anche una riflessione sul rapporto fra vita e creazione. Nei prossimi mesi, poi, uscirà una serie web, “BLEAH!”, diretta da Veronica Pivetti, che è anche parte del cast insieme a Paolo Conticini, che narra le vicissitudini dello Studio Ovale americano. Io interpreterò un nerd super esperto di tecnologia, assistente del Presidente USA”.

Cosa rappresenta per te il teatro?
“E’ il luogo in cui rapportarsi direttamente con un pubblico, in cui, quindi, è possibile avere un riscontro quasi immediato del proprio lavoro. E’ anche uno spazio in cui allenare la propria disciplina e l’ascolto verso gli altri attori che dividono la scena con te. Credo sia un tipo di lavoro estremamente importante e complementare a quello sul set, dove i tempi e le difficoltà sono diverse”.

Cosa consiglieresti a quei giovani che vorrebbero intraprendere la carriera da attore?
“Il percorso per arrivare a fare l’attore è sempre diverso per ognuno, quindi è difficile dare suggerimenti che valgano per tutti. Quello che mi sento di dire è di non perdere mai di vista la propria passione e di non scordarsi mai di vivere davvero la propria vita, di fare esperienze, di arricchirsi e studiare: sono tutte cose che alla fine, in un modo o nell’altro, anche inconsapevolmente, daranno più spessore al proprio lavoro d’attore”.

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.