Lockerbie – Attentato sul volo Pan Am 103 con un magistrale Colin Firth dal 27 gennaio su Sky

Era il 21 dicembre del 1988 e in ogni angolo di un Regno Unito addobbato a festa ci si stava preparando al Natale quando i cuori saltarono un battito e nulla fu più lo stesso.
Circa mezz’ora dopo il decollo da Londra, il volo Pan Am 103 diretto verso il suo secondo scalo a New York esplose sopra la cittadina scozzese di Lockerbie in conseguenza della detonazione di un esplosivo al plastico nascosto in una valigia.
Morirono tutti i 259 occupanti, mentre altre 11 persone persero la vita colpite dai rottami dell’aereo che, dal cielo, caddero su un’area di oltre 2,000 metri quadrati.
L’impatto fu così forte che le apparecchiature locali registrarono una scossa sismica di oltre un punto e mezzo della scala Richter. Numerose case furono disintegrate all’istante e ancora più famiglie conobbero un dolore che non avrebbe più dato loro pace.
Jim Swire è un medico e un padre amorevole colpito in prima persona dalla tragedia insieme alla sua famiglia unita. La giovane figlia Flora si trovava a bordo di quel volo, nonostante la loro disperata speranza alle prime, terribili notizie che qualcosa alla fine glielo avesse impedito.
Questo è “Lockerbie – Attentato sul volo Pan Am 103” in onda dal 27 gennaio in tv e on demand su Sky e in streaming su NOW, la serie tv che vede protagonista indiscusso il premio Oscar Colin Firth assolutamente perfetto nel suo ruolo.
Si tratta di una fiction drammatica nel senso più completo del termine, ma anche un’occasione per riaccendere i riflettori su una vicenda che, 36 anni dopo, ha ancora troppe zone d’ombra.
È un racconto di parte, è il punto di vista di quello che fu scelto come portavoce delle famiglie delle vittime inglesi del disastro, in cui persero la vita anche due italiani.
«Sono rimasto semplicemente sopraffatto dalla tristezza senza fine del suo viaggio – ha raccontato Firth a Sky parlando di Jim Swire -.
Ho pensato che fosse la storia più straordinaria, dolorosa, ma per molti versi anche impressionante. Ho pensato che, se si ripercorrevano le cose che quest’uomo ha passato, allora sarebbe stata una storia che valeva la pena raccontare. Penso che una delle cose straordinarie e particolari del personaggio di Jim Swire sia il viaggio e la sua durata.
Il punto in cui si trova oggi non potrebbe essere più lontano dal punto di partenza. Questo è un uomo che, secondo la mia comprensione, aveva un’enorme fiducia nelle istituzioni e nelle istituzioni in cui viviamo. Non era un attivista nato, per quanto abbia potuto vedere. Non è qualcuno che diffida intrinsecamente dell’establishment.
Penso che abbia dato per scontato che i governi cerchino di dirci la verità, così come fanno le forze dell’ordine e la professione legale. Questo è stato il suo punto di partenza. Ovviamente, troviamo Jim in uno stato di emozione cruda e di profondo risentimento.
La sua motivazione era scoprire la verità e anche acquisire comprensione. Non sono esattamente la stessa cosa, credo. Se vuoi scoprire la verità, vuoi dare un senso a qualcosa che è intrinsecamente insondabile.
Penso quindi che sia partito in buona fede alla ricerca di risposte, che si aspettava arrivassero il più presto possibile. I dubbi si insinuarono quando si rese conto che non erano così imminenti come si aspettava».