ITACA. IL RITORNO con Ralph Fiennes e Juliette Binoche dal 30 gennaio al cinema

Ulisse torna ad Itaca e trova una situazione in bilico: la residenza del re è circondata dai proci che vorrebbero sposare la regina per impossessarsi del trono, e Penelope prende tempo tessendo di giorno una tela che di notte disfa.
Suo figlio Telemaco, convinto che il padre non tornerà ad Itaca e che abbia altrove un’altra donna e un’altra famiglia, vorrebbe che la madre scegliesse un pretendente e ponesse fine all’assedio dei proci.
Ma Penelope è devota al marito, anche se le attenzioni di Antinoo, l’unico pretendente che sembra davvero innamorato di lei, non le sono del tutto indifferenti.
Ulisse si traveste da mendicante per entrare nel palazzo reale e viene deriso dai proci e osteggiato dal figlio.
Ma sarà lui a dire l’ultima parola, ristabilendo l’ordine non solo nel regno, ma anche nella propria famiglia. Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public e dal 30 gennaio in sala con 01 Distribution arriva “ITACA. IL RITORNO” con Ralph Fiennes e Juliette Binoche, il film è una rilettura affascinante dell’Odissea.
Il dolore della guerra, la nostalgia, l’attesa sono i pilastri di “Itaca – Il ritorno“ di Uberto Pasolini che è un’epopea, realizzata con il grande desiderio di rileggere e indagare quella straordinaria opera che è l’Odissea.
Non è solo un film su Ulisse ma è un film sulle prospettive di un uomo portato al limite, ritornato per chiudere (o aprire) i conti con ciò che ha lasciato in sospeso.
Scritto da John Collee ed Edward Bond, senza tradire lo spirito del poema di Omero, “Itaca. Il ritorno”, è stato presentato prima al Toronto Film Festival e poi alla Festa del Cinema di Roma.
«sono settant’anni che non si vede una versione cinematografica che non racconti l’Odissea in maniera speciale; l’ultimo film risale al 1954 con Ulisse di Mario Camerini -ha commentato Uberto Pasolini -. Io sono trent’anni che sto provando a fare questo film, ci ho messo di più io che Odisseo a vincere la guerra, dormire con le donne del mediterraneo e tornare a casa.
Non so perché veramente gli autori cinematografici non si siano cimentati nella sfida di rileggere l’Odissea, io l’ho fatto per arroganza, perché ci vuole arroganza per mettersi in confronto con Omero, per la fortuna di avere Juliette, Ralph e Claudio Santamaria insieme a me e poi perché, come mi disse Dante Ferretti due anni fa, quando mi dava dei consigli, gli unici passi che vale la pena fare sono quelli più lunghi della gamba».