FIRENZE – La prima stagione de “I Medici” è terminata con la rivelazione che la giovane Lucrezia De’ Medici e il marito Piero aspettano il loro primogenito, un bambino che Lucrezia intende chiamare Lorenzo come il suo amato zio assassinato. Intanto l’inimicizia con la famiglia dei Pazzi è aumentata vertiginosamente.  Da martedì 23 ottobre inizia su Rai uno la seconda stagione con la grande coproduzione internazionale di Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, Altice Group e la Big Light Productions di Frank Spotnitz. Portare sul piccolo schermo la magnificenza della culla del Rinascimento qual era Firenze all’epoca dei Medici ha richiesto un vero e proprio sforzo organizzativo e creativo, per ricostruire guerre, intrighi, arte e passione. La sceneggiatura è firmata ancora una volta dal bravissimo Francesco Arlanch. Showinair lo ha incontrato.

Francesco, perché hai accettato di scrivere proprio la sceneggiatura di questa fiction? “Perché era un’opportunità straordinaria: scrivere due episodi di una serie internazionale, distribuita da Rai Uno in Italia e da Netflix nel resto del mondo, lavorare nella writer’s room londinese di Frank Spotintz, lo sceneggiatore e showrunner che ha diretto lo sviluppo di quasi tutte le stagioni di X-Files e raccontare al pubblico di tutto il mondo una figura esaltante come quella di Lorenzo il Magnifico”.

Racconti parte del ‘400, ma che epoca è stata, secondo te, quella?
“Un’epoca in cui l’Italia, seppure piena di contraddizioni anche feroci, è stata un faro di civiltà, proiettata sul mondo, piena di interesse per il suo passato e di speranza per il futuro”.

Protagonista indiscusso è Daniel Sharman, perché proprio lui nel ruolo del protagonista? “La serie è girata in inglese, dunque la scelta doveva per forza cadere su un attore anglosassone. Serviva un attore carismatico per interpretare un protagonista ventenne, ma che potesse vestire i panni del Magnifico anche nella stagione successiva (che abbiamo già scritto e che è attualmente sul set), in cui si seguono gli ultimi anni di vita di Lorenzo, morto a 49 anni. Sono stati fatti centinaia di provini. Alla fine la scelta è caduta su Daniel, che aveva lavorato molto bene in Teen Wolf e che ha il fascino e il carisma giusto per questo personaggio”.

Chi era Lorenzo il Magnifico e cosa rappresenta ancora oggi?
“Lorenzo, pur con tutti i lati oscuri del suo personaggio, continua ad incarnare il mito dell’uomo politico che non si limita a conquistare e gestire il potere, ma cerca di costruire una civiltà più colta, libera e consapevole. Un ‘principe’ che sa coniugare misure popolari con una visione a lungo termine, per il bene della sua città”.

Raccontaci qualcosa della famiglia de I Medici.
“Una famiglia complicata, come tutte le famiglie molto ricche e molto potenti. Ma a differenza di altre famiglie ricche e potenti, i Medici sono ricordati ancora oggi perché non si sono limitati ad accumulare per sé e per i propri discendenti, ma hanno investito denaro e conoscenze per il bene e il futuro della loro comunità”.

Porti nel piccolo schermo una dinastia che ha fatto grande Firenze. Perché?
“Perché è una dinastia che non ha fatto grande solo Firenze, ma tutta l’Italia”.

La fiction è ambientata nel Rinascimento, oggi possiamo ritrovarlo?
“Ce lo auguriamo tutti!”.

Cosa auguri a coloro che seguiranno fino alla fine questa fiction?
“Di divertirsi e di sentirsi un po’ più fieri di essere italiani”.