GIORGIO MARCHESI su Rai1 con "Studio Battaglia": «Meglio sbagliare, piuttosto che vivere a metà»
GIORGIO MARCHESI su Rai1 con "Studio Battaglia": «Meglio sbagliare, piuttosto che vivere a metà»

GIORGIO MARCHESI

su Rai1 con “Studio Battaglia”: «Meglio sbagliare, piuttosto che vivere a metà»

GIORGIO MARCHESI su Rai1 con "Studio Battaglia": «Meglio sbagliare, piuttosto che vivere a metà»

Milano è la città dello studio legale della famiglia Battaglia. E’ qui che lavora Anna (Barbora Bobulova), ancora per poco. La donna ha infatti deciso di accettare un lavoro presso lo Studio Zander, lasciando quindi l’attività di famiglia, gestita dalla madre Marina (Lunetta Savino), affiancata dall’altra figlia Nina (Miriam Dalmazio).

Nel nuovo studio, Anna ritrova Massimo Munari (Giorgio Marchesi), sua vecchia fiamma che lasciò per mettersi con Alberto Casorati (Thomas Trabacchi), diventato poi suo amico. Ritrovarlo, per Anna, significa chiedersi se abbia fatto davvero bene a lasciarlo, o se sposare Alberto sia stata la decisione sbagliata.

Nasce così un triangolo, che il pubblico può seguire insieme alle vicende familiari delle donne Battaglia: oltre a Marina e Nina, anche Viola (Marina Occhionero), in procinto di sposarsi.

Quattro donne unite tra di loro, che in passato hanno affrontato insieme l’abbandono da parte di Giorgio (Massimo Ghini), marito di Marina e padre delle sue figlia. Ora, però, Giorgio è tornato.

Da martedì 15 marzo è in onda “Studio Battaglia” – il remake italiano di “The Split”, serie tv inglese andata in onda per due stagioni sulla Bbc One e creata da Abi Morgan, regia di Simone Spada e sceneggiatura di Lisa Nur Sultan, una produzione Palomar con Tempesta in collaborazione con Rai Fiction-, un legal dramedy che ci farà osservare le relazioni sentimentali da uno spioncino particolare: lo studio dell’avvocato divorzista.

Noi abbiamo fatto una bella chiacchierata con Giorgio Marchesi, attore molto noto – nel piccolo e grande schermo e nel teatro – al  pubblico per bravura e intensità.

 

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Giorgio, partiamo dall’inizio perché accettare questo progetto televisivo?

Mi sono divertito moltissimo al provino. Il mio personaggio era molto piacevole e mi sono trovato bene con il regista, inoltre la sceneggiatura era ben scritta e la Palomar è un’ottima produzione.

“Studio Battaglia”, nome significativo per uno studio legale di donne combattive. E’ così? Qual è la particolarità?

E’ proprio così. E’ uno studio principalmente di donne molto agguerrite, a cominciare dalla capostipite Marina Battaglia. Non è semplice arrivare ad importanti posizioni lavorative ma la famiglia che vi raccontiamo c’è riuscita. Emergeranno quattro donne pungenti, ironiche e – per certi versi – anche divertenti.

Tu sei Massimo Munari. Come lo descriveresti?

E’ un avvocato di punta e di successo. Vive senza impegnarsi sentimentalmente parlando; forse non si è mai innamorato veramente. Ama molto il genere femminile, giocando, con il fascino dell’avvocato in carriera single che non deve rendere conto a nessuno. Rivedendo Anna, ha subito la consapevolezza che qualcosa è rimasto irrisolto, nonostante lei sia sposata e con figli.

Anna Battaglia e  Massimo Munari, cosa li ha legati in passato? Ed ora?

Anna è una sua “vecchia” conoscenza dell’università: non solo erano amici e compagni di studi, ma anche coinquilini. Avevano ben presente cosa fosse la condivisione. Ad un certo punto si sono per separati, scegliendo strade diverse: lei, la carriera e la famiglia e lui, la professione e pochi pensieri per la testa. Scopriremo poi in un secondo momento che di fatto Massimo non è così superficiale come sembra, nella sua solitudine nasconde una profondità non da poco.

GIORGIO MARCHESI su Rai1 con "Studio Battaglia": «Meglio sbagliare, piuttosto che vivere a metà»

.. ma sono meglio i rimpianti o rimorsi nella vita, alla luce anche del tuo personaggio?

Per Massimo, direi il rimpianto. Per me, ti direi il rimorso: credo infatti che sia molto meglio vivere facendo anche scelte sbagliate a volte, sono quelle che ti permettono di crescere, altrimenti si vive a metà.

E’ un ruolo diverso dal solito per te, quali qualità ti hanno fatto amare il tuo Massimo?

E’ piuttosto ironico. Ha una sfida difficile davanti a sé, ovvero conquistare una donna che ha fatto scelte ben precise nella vita; lui non si trattiene. E’ un uomo solo apparentemente leggero: non approfitterà di Anna, bensì se ne prenderà cura.

Il pubblico ti ha conosciuto in diverse vesti ma per te cosa significa essere attore?

Mettermi nei panni di altri anche molto diversi da me in una storia che spero emozioni il pubblico.

Perché hai scelto questo mestiere?

Non ho mai pensato al denaro, anche se inizialmente per mantenermi ho svolto diversi mestieri. Quello di attore è stato il primo lavoro che mi ha divertito tanto. Sono uno scarso stratega, motivo per cui mi sono ritrovato a farlo.

Bergamo e Roma: cosa ti hanno regalato e cosa ti regalato queste due città?

Bergamo è casa, affetto, famiglia e tanto cuore; è un modo di essere, è serietà nel fare, rispetto e semplicità. Roma è la città che sa accoglierti; ti permette di essere in ritardo e di essere circondato dalla luce e dalla bellezza.

Nuovi progetti?

Riprenderò in mano lo spettacolo teatrale “Il fu Mattia Pascal”.