LE ASSAGGIATRICI di Silvio Soldini dal 27 marzo al cinema

“Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame”.
Questa frase è tratta dal romanzo “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino, diventato un fenomeno editoriale, portando la sua autrice a vincere il Premio Campiello e il Premio Rapallo Carige.
Dal 27 marzo uscirà il film diretto da Silvio Soldini. Siamo nell’autunno del 1943. La giovane Rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale.
Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno.
Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo.
Il Führer vede nemici dappertutto, essere avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui.
Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Rosa, la berlinese, fatica a farsi accettare. Ma quando finalmente vince la diffidenza verso di lei, accade qualcosa che la farà sentire in colpa.
Un ufficiale delle SS, contro ogni razionalità e a dispetto di sé stessa, risveglia in lei l’amore. O forse il semplice bisogno di sentirsi viva, nonostante tutto.
«E’ sempre bello “trovare nuove sfide come autore, fa parte di questo mestiere perché ripetere qualcosa che hai già fatto è francamente noioso – ha dichiarato il regista -. Le sfide si trovano molto facilmente, anche perché ogni film alla fine è un prototipo, non l’hai mai fatto prima.
Ti sposti, cambi tema, cambi altre cose, ma bene o male il tuo marchio rimane sempre. Anche provare a cambiare, dal dramma alla commedia, al documentario, presenta sempre nuove sfide, sono momenti di arricchimento, perché poi non si finisce mai di imparare facendo questo mestiere».