ANDREA VALAGUSSA firma "Belcanto": «In ogni puntata ascolterete almeno un’aria lirica, senza noia, anzi!»

ANDREA VALAGUSSA firma “Belcanto”: «In ogni puntata ascolterete almeno un’aria lirica, senza noia, anzi!»

 

ANDREA VALAGUSSA firma "Belcanto": «In ogni puntata ascolterete almeno un’aria lirica, senza noia, anzi!»

Tre donne – Maria e le sue figlie Antonia e Carolina – unite da una forte passione per la musica e da un ancor più grande desiderio di rivalsa, fanno il loro ingresso nel mondo dell’opera.

Sulle loro vite però grava un terribile segreto che Maria custodisce da sempre e che persino Antonia e Carolina ignorano,  un segreto la cui scoperta potrebbe stravolgere per sempre il loro rapporto.

Dal 24 febbraio in prima serata su Rai1I  gli intrighi e le passioni sullo sfondo dell’Italia dell’800 in “Belcanto, la nuova serie tv evento diretta da Carmine Elia con protagonisti indiscussi Vittoria Puccini Carmine Recano.

E’ una coproduzione Rai Fiction – Lucky Red con Umedia in collaborazione con Ufunds e nel cast troviamo anche Giacomo Giorgio, Caterina Ferioli, Adriana Savarese, Vincenzo Ferrera, Andrea Verticchio, Nicolò Pasetti, Serena De Ferrari con Antonio Gerardi, Andrea Bosca e Andreas Pietschmann.

La penna è quella di Andrea Valagussa che ancora una volta non sbaglia i gusti del pubblico.

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ANDREA VALAGUSSA firma "Belcanto": «In ogni puntata ascolterete almeno un’aria lirica, senza noia, anzi!»

Com’è nata l’idea?

L’idea di Belcanto nasce da Mariano Di Nardo, Federico Fava e Antonio Manca. Sono loro che hanno ideato il concept della serie avendo il coraggio di mettere il mondo dell’Opera, uno dei pilastri della nostra cultura, da dicembre 2023 inserito addirittura dall’Unesco nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, al centro di un racconto originale.

Quando Lucky Red e Rai mi hanno chiamato per portare la mia esperienza nello sviluppo del progetto mi è sembrato francamente un sogno. La mia formazione è teatrale, ho persino discusso la tesi in Storia del Teatro, e non mi sembrava vero di poter finalmente unire la mia passione alla mia professione.

Ho subito accolto la sfida con enorme piacere e senso di responsabilità anche se questo significava affrontare un genere su cui non mi era ancora capitato di lavorare, il melodramma.

Già perché quale miglior modo di omaggiare il canto lirico se non inventando una storia che potrebbe essere raccontata in un libretto d’opera?

Qual è la storia?

Belcanto è un romanzo di formazione, racconta la storia di Maria (Vittoria Puccini) e delle sue due figlie Antonia (Caterina Ferioli) e Carolina (Adriana Savarese, esordiente, ma bravissima, una vera rivelazione!).

Le tre vivono a Napoli in condizioni vicine all’indigenza e sotto la cura di un uomo possessivo e violento, ma sognano di potersi emancipare grazie al canto. In particolare, Maria punta tutto su Antonia, la figlia maggiore, ma nel corso della storia scoprirà che forse il vero talento lo possiede Carolina, al primo impatto una specie di brutto anatroccolo, ma che via via si trasformerà in un bellissimo cigno.

Ci spieghi il titolo?

Nel nostro settore una delle parole guida che ci sentiamo ripetere più spesso in sede di ideazione è “glocal”, una crasi di global e local. La serie perfetta che cerca il mercato è insomma una storia che sia contemporaneamente strettamente legata al contesto in cui nasce, ma anche universale.

Nella nostra serie questi due elementi ci sono entrambi, c’è qualcosa di profondamente nostro, italiano, l’Opera, ma anche di planetario, il canto, l’arte, la passione, il riscatto. La parola “Belcanto” rappresenta tutto questo: è una parola italiana, ma anche internazionale.

L’Italia è una Repubblica fondata sul Belcanto e all’estero si usa la stessa parola, senza tradurla, per parlare di musica, passione, bellezza, arte, poesia, esattamente come nella nostra serie tv.

Cos’è per te un bel canto (o una buona musica)?

In campo musicale, come nel cinema o nella letteratura sono onnivoro. Perciò se mi chiedi quale sia una buona musica ti rispondo qualsiasi melodia che sappia emozionarmi, o sorprendermi, o trasportarmi in un altrove.

Per scrivere questa serie abbiamo ovviamente studiato e ascoltato molta più musica lirica di quanta ne avessi mai ascoltato prima e ho scoperto arie capaci di colpirti dritto al cuore, di parlare la lingua internazionale della passione.

Tra queste abbiamo selezionato le arie più iconiche o che più si adattassero al mood emotivo della storia, in modo che un elemento potesse rafforzare l’altro.

A guidarci in questa ricerca il maestro Stefano Lentini che ha poi impreziosito il tutto con alcune melodie originali. Mai come in questo caso di può davvero parlare di “colonna” sonora, capace di sostenere, insieme a scrittura e regia, l’intero progetto.

Il mondo dell’opera nell’Ottocento com’era visto?

La lirica nell’Ottocento è quello che per noi oggi è la musica pop. I cantanti d’opera erano dei divi e a teatro non ci andavano solo i ricchi, ma anche il popolo.

È stata proprio questa la chiave che ci ha permesso di raccontare una storia in costume, come se fosse contemporanea. Le tre protagoniste, come detto, si trasferiscono da Napoli a Milano con il sogno di raggiungere il successo e debuttare alla Scala, come oggi un ragazzo potrebbe partire col sogno di essere selezionato a X-Factor o salire sul palco dell’Ariston.

Chi è Maria?

Maria è una donna con una storia drammatica alle spalle, con delle ferite, una donna che per colpa di scelte altrui ha perso quello che aveva di più caro e che ora sogna di emanciparsi attraverso le figlie.

È una donna determinata, se vogliamo molto contemporanea. A volte, soprattutto all’inizio, può risultare fin troppo severa o ingiusta, ma quando scopriremo le ragioni che la muovono comprenderemo meglio il suo atteggiamento. E nel corso della serie cambierà.

E le sue figlie?

Antonia e Carolina, le vere protagoniste della serie, sono profondamente diverse. Una è bella, elegante, sa leggere e scrivere, canta, veste bene; l’altra è rozza, sanguigna, una specie di animale selvatico, si esprime in dialetto.

La mamma le ha cresciute in modo diverso e non fa niente per nascondere le sue preferenze, ma questo non impedisce alle due ragazze di volersi bene e sostenersi, almeno fino a quando la vita non le costringerà a essere rivali.

E Domenico?

Domenico (un magnetico Carmine Recano) è un uomo misterioso che Maria e le figlie incontrano per caso mentre fuggono da Napoli. All’inizio non sappiamo se possiamo fidarci di lui, ma pian piano inizieremo a conoscerlo meglio e a fare il tifo perché diventi il compagno di Maria e il padre di Carolina e Antonia.

Ma come in ogni melodramma che si rispetti non sarà facile. Suo rivale è Giacomo Lotti (Andrea Bosca), un tenore affermato legato in qualche modo a Maria.

E lo stesso vale per i destini sentimentali delle ragazze. Carolina è divisa tra Saverio (un intenso e struggente Andrea Verticchio), un amore che ha dovuto, con dolore, lasciare a Napoli e un nuovo ragazzo che incontra a Milano, Enrico De Marchi, un letterato che sogna di suscitare le masse alla rivoluzione con le parole (Giacomo Giorgio, che mostra un’altra sfaccettatura del suo poliedrico talento).

E anche Antonia potrebbe trovare l’amore, il colonnello Falez (l’affascinante Nicolò Pasetti), in qualche modo il nemico.

Perché scegliere proprio Vittoria Puccini e Carmine Recano?

Vittoria è perfetta per Maria perché riesce a coniugare in maniera naturale durezza e dolcezza. E poi lei sognava di poter tornare a girare una serie in costume e credo che anche il pubblico non aspettasse altro che rivederla in costume.

Carmine ha il volto giusto per unire fascino e mistero, calore, ma anche severità. Ma in generale devo dire che tutto il cast si è davvero superato. Voglio citare i nomi anche degli altri protagonisti: Vincenzo Ferrera, Nick Galasso, Serena De Ferrari.

Alla regia c’è invece Carmine Elia, un nome che non ha certo bisogno di presentazioni avendo firmato serie come La porta rossa, La dama Velata, Mare Fuori, Noi siamo leggenda. Noi ci conoscevamo e stimavamo da tempo, ma non avevamo ancora avuto modo di collaborare e sono proprio felice di averlo fatto su un progetto così ambizioso.

La sua regia ha saputo perfettamente interpretare l’impostazione data al progetto. È una regia ritmata, piena di tagli e splendide trovate che dà un ritmo contemporaneo alla storia in costume senza però tradirla.

Quali sono gli ingredienti che reputi vincenti in questa fiction?

Due sono le cose di cui vado più orgoglioso: in ogni puntata ascolterete almeno un’aria lirica e non parzialmente, ma in modo integrale e, nel caso ve lo stiate chiedendo non vi preoccupate, non vi annoierete, anzi! Perché musica e storia, come detto prima, si completano e si danno forza reciproca.

Non è un musical, ma lo spirito è simile. Le arie esplodono nei momenti più emotivi e iconici, convogliando le emozioni ed eternandole. L’altra caratteristica di cui sono fiero è che, pur senza tradire lo spirito dell’epoca, la storia parla direttamente allo spettatore d’oggi:

ci sono temi come la condizione femminile, l’emancipazione, c’è anche un discorso sull’inclusione con uno dei miei personaggi preferiti, Saverio, il primo amore di Carolina, c’è il talento, la passione, la poesia e c’è anche la lotta per la libertà. La serie è infatti ambientata nella Milano del 1848, sotto il dominio dell’Impero Austro Ungarico e alla vigilia delle celebri Cinque Giornate.

Cosa ti auguri?

Uno sceneggiatore ha nei confronti delle proprie storie lo stesso amore che un genitore nutre per i figli. Per questo non dovrebbe avere preferenze, ma stavolta faccio un’eccezione.

Non sempre succede di essere pienamente soddisfatti del risultato finale di un progetto. In questo caso sì. Belcanto è esattamente come lo abbiamo sognato.

Ogni professionista che ci ha lavorato ha compreso lo spirito del progetto e ha collaborato a migliorarlo apportando la propria arte: costumi, scenografie, trucco, parrucco, montaggio.

Tutto questo grazie a una casa di produzione, Lucky Red, che non ha bisogno di presentazioni, ma che ha confermato il proprio valore e alla struttura di Rai Fiction a partire dal Capo Struttura, Michele Zatta, e le preziosi editor, Daria Hensemberger, Federica Rossi, Francesca Tura.

  Per questo mi auguro che la serie abbia il successo che merita e che possa essere amata quanto la amiamo noi.

Nuovi progetti?

Sta per andare sul set una simpatica commedia di Natale per Rai1 e stiamo ultimando la lavorazione di un film biografico a cui tengo molto. E poi spero prestissimo di poterci mettere al lavoro per scrivere la seconda stagione di Belcanto. Anzi, ti svelo un segreto, in realtà abbiamo già iniziato a pensarci.

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.