PICCOLE COSE COME QUESTE con Cillian Murphy dal 28 novembre al cinema
Il dramma delle “Magdalene Laundries” – o meglio dette “Case della madre e del bambino” – è una delle pagine più scure della storia d’Irlanda. Fino a poco meno di trent’anni fa, si stima che oltre trentamila ragazze irlandesi furono schiavizzate con “il placet” del governo statale e le sovvenzioni della chiesa cattolica.
L’obiettivo era rieducare le cosiddette “fallen woman”, quelle donne che avevano perso la loro innocenza, attraverso violenze psicologiche, umiliazioni, abusi e sfruttamento di ogni tipo.
Molte famiglie irlandesi chiedevano loro stesse che le figlie fossero rinchiuse. Tratto dall’omonimo romanzo di Claire Keegan, il 28 novembre esce al cinema “Piccole cose come queste” (film d’apertura al Festival di Berlino 2024), diretto da Tim Mielants, prodotto da Matt Damon e Ben Affleck.
Nel sud dell’Irlanda, a metà degli anni ottanta, Bill Furlong è un venditore di carbone a cui serve una lunga sessione di pulizia con il sapone per togliersi di dosso il nero del mestiere quando torna a casa la sera.
Lo fa con piacere prima di poter abbracciare le cinque figlie e la moglie, così come con piacere aiuta chiunque altro in paese, specialmente ora che è quasi Natale.
Ma nel convento dove consegna il carbone Bill vede come le suore trattano le ragazze che hanno “in cura”, e un giorno cerca di soccorrerne una, Sarah, che gli ricorda molto la madre scomparsa quando era bambino.
Il cast del film è composto da Cillian Murphy nei panni di Bill Furlong, Eileen Walsh nei panni di Eileen Furlong, Emily Watson, premiata con l’Orso d’Argento per la sua interpretazione, nei panni di Suor Mary, Michelle Fairley nei panni di Mrs Wilson, Ciarán Hinds nei panni di Ned, Clare Dunne nei panni di Suor Carmel, Helen Behan nei panni di Mrs Kehon, Zara Devlin nei panni di Sarah Redmond, Liaden Dunlea nei panni di Kathleen Furlong e Agnes O’Casey nei panni di Sarah Furlong.Ancora una volta Cillian Murphy è stato magistrale nella la sua interpretazione, senza di lui questo film non sarebbe stato lo stesso.
Notevole è anche l’interpretazione di Emily Watson che ha vinto l’Orso d’argento per la migliore interpretazione da non protagonista.
La fotografia di Frank van den Eeden merita molta attenzione. Tutto incentrato sul dilemma morale del suo protagonista, è un film fatto di chiaroscuri e misteri che, nella storia che racconta, ha una chiara rilevanza anche nel presente, mettendo lo spettatore di fronte all’imperativo di combattere un egoismo che pare sempre più dilagante.
