ANTONIO GUERRA in “Napoli-New York” di Gabriele Salvatores: «Mai perdere la speranza di non farcela»
Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una
notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima.
I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.
“Napoli-New York“ è il ventunesimo film del regista premio Oscar Gabriele Salvatores. Si tratta di un soggetto dal sapore neorealista, scritto nella seconda metà degli anni Quaranta da un Federico Fellini non ancora regista, ma già inventore di molti soggetti con l’inseparabile amico Tullio Pinelli.
Nel film, in sala dal 21 novembre con 01 Distribution, sono narrate le tristi e difficili vicende di due scugnizzi napoletani costretti dalla vita a tentare l’avventura americana.
Ne abbiamo parlato con il giovanissimo e talentuoso attore Antonio Guerra.
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Sei giovanissimo eppure sei già protagonista di un film. Come ti senti?
Sono molto emozionato. Per me, è la prima esperienza importante. Il regista ci ha chiesto di far arrivare un messaggio di speranza, credo proprio che sia arrivato.
Cosa ti ha portato a questa sfida cinematografica?
La mia grande passione per il cinema. Studio da cinque anni con PM5 Talent di Giuseppe Mastrocinque. Dopo sette provini sono stato scelto da Gabriele Salvatores in persona. Non potevo certamente dire di no.
Siamo nella Napoli post guerra. Quale aria si respirava e com’era, secondo te, vivere in quella città?
Era molto più difficile per le famiglie in quel periodo storico: c’era molta povertà; i giovani erano sfruttati per pochi spiccioli. C’è un’enorme differenza rispetto ad oggi; allora c’era molto più coraggio.
Più sogni o più rimpianti?
Si sognava moto di più, anche magari si era consapevoli che di fatto il sogno non si sarebbe mai realizzato. I bambini erano molto più maturi in quegli anni.
Tu sei Carmine. Come lo descriveresti?
E’ molto trasandato e sporco perché non si può lavare; è agile piuttosto maturo, oltre che speranzoso che tutto si posso risolvere. E’ coraggioso ed è un ragazzino come pochi.
Qual è il suo rapporto con Celestina e con Domenico Garofalo?
Con lei, c’è un legame quasi di famiglia e intimo; sono come fratello e sorella. Con lui invece non è tutto rosa e fiori, anche poi la situazione si far più tenera.
Cosa porterai con te di Salvatores?
Ho imparato tantissimo. Nonostante i grandi traguardi raggiunti, mi ha colpito la sua grande umiltà e il farci sentire tutti alla pari.
Cosa speri arrivi al pubblico del film?
Tante cose buone, la speranza che tutti possono farcela e il grande impegno che abbiamo messo nel girare questo film.
Nuovi progetti?
Uscirà al cinema CREATURE di Cecile Allegra e AVE MARIA di Fortunato Cerlino.