LIMONOV con Ben Winshaw, dal 5 settembre al cinema
Eduard Limonov, dissidente comunque mai allineato neppure con la dissidenza, lascia l’Unione Sovietica per vivere a New York dove, continuando a scrivere, vive prima da homeless per poi diventare maggiordomo di un ricco intellettuale.
Tra grandi amori che iniziano e finiscono diventa famoso grazie alle sue pubblicazioni in Francia fino a fondare un partito che si definisce bolscevico e nazionalista. Serebrennikov mette la sua visionarietà al servizio di una personalità difficile da contenere in un film.
E affronta la sfida innanzitutto da russo, cioè da artista capace di leggere nel profondo l’anima tormentata non solo del suo protagonista ma anche quella di un intero popolo in un ampio arco temporale.
Lo fa con la visionarietà che gli è propria che gli consente improvvisi mutamenti di stile e di ritmo che accompagnano i movimenti tellurici, ondulatori e sussultori, della vita dello scrittore. Ispirato al romanzo biografico di Emmanuel Carrère pubblicato da Adelphi, “Limonov” – dal 5 settembre al cinema – ricostruisce le vicende del poeta e oppositore russo attraverso la storia di cinque suoi grandi amori in giro per il mondo. Si tratta di un’opera visionaria Kirill Serebrennikov.
Il regista e sceneggiatore russo inviso al regime plasma la figura dell’intellettuale e connazionale Eduard Limonov grazie a una mimetica performance di Ben Whishaw (insieme a Viktoria Miroshnichenko e Tomas Arana).
«Purtroppo il cinema non può fermare le guerre. Realizzare questo film è stato un viaggio molto lungo e finalmente siamo qui. Spero che ognuno di noi, che l’arte e che il cinema in particolare possano aiutare le persone a capire e a fermare la violenza che travolge il mondo oggi.
Probabilmente sono un romantico, ma io ci credo ancora -, ha raccontato il regista a Cannes -. È stato Carrère a definire il personaggio. Nel suo romanzo non ha raccontato la vita vera di Limonov, ma una semi finzione.
Emmanuel ha creato questo personaggio figlio di invenzione artistica e il mio film è un adattamento basato sul suo libro. La sfida per me è stato prendere il personaggio di Limonov e adattarlo a quello del libro, per questo uso spesso, nel film, l’immagine dello specchio, la duplicità della messa in scena».