Flavio Furno ne “Il Nostro Generale”: « Dalla Chiesa ci ha insegnato a non dare mai nulla per scontato e a rispettare il nostro nemico, senza mai giudicarlo»

Flavio Furno

Il Nostro Generale” è la nuova serie tv di Rai 1 (in streaming su RaiPlay) in cui si racconta la storia del Nucleo Speciale antiterrorismo, voluto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, per fermare le Brigate Rosse.

Sono otto le puntate suddivise in quattro serate sulla rete ammiraglia per la regia di Lucio Pellegrini  per ricostruire la vita dell’uomo di stato, i suoi rapporti familiari fino al tragico attentato del 3 settembre 1982 in cui il Generale Dalla Chiesa venne ucciso dalla mafia a Palermo in via Carini.

A prestare il volto il volto al noto uomo di Stato, come già abbiamo potuto ammirare, è Sergio Castellitto. Non è solo lui per a dare voce a questa nostra importante, il cast è a dir poco stellare.

Troveremo infatti anche Flavio Furno, volto del piccolo e grande schermo che il pubblico televisivo e non solo è già abituato ad applaudire in ruoli mai scontati.

Questa volta lo vediamo nelle vesti di Gian Paolo Sechi che ha preso parte alla prima fase del Nucleo antiterrorismo; il primo ufficiale del generale, l’uomo che gli è sempre al fianco nei momenti difficili.

Ne abbiamo parlato con l’attore.

 

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Flavio, partiamo dall’inizio. Cosa ti ha spinto a cimentarti in una così complessa avventura televisiva?

Sicuramente per Lucio Pellegrini: a lui dirò sempre sì; gli voglio molto bene. Ha una sensibilità particolare e un grande amore per gli attori; con lui, sono sempre in buone mani.

Aggiungo che era necessario raccontare una storia così; normalmente i libri di scuola si fermano alla seconda guerra mondiale, motivo per cui la storia del generale deve essere conosciuta a tutti.

Come ti sei preparato per vestire i panni di  Gian Paolo Sechi?

Abbiamo cercato di raccontare questa storia come se fosse tratta da un libro, rispettando il più possibile la realtà. Diversi personaggi non sono molto conosciuti ai più, ecco perché abbiamo cercato di dare loro più spazio possibile.

Prima delle riprese abbiamo conosciuto la famiglia del generale e alcuni dei suoi uomini realmente esistiti. Hanno seguito quanto veniva detto loro, andando quasi oltre il senso dello Stato; il collante di tutto era proprio  Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Come lo descriveresti?

Era affidabile. Lui era già capitano quando arrivò il generale; aveva intuito che stava accadendo qualcosa di diverso. Riuscì ad avere in caserma un elaboratore, ovvero una macchina che riusciva a incrociare i dati catastali degli appartamenti sospetti.

E’ stato l’anello di congiunzione tra il generale ed i sottufficiali; era pienamente cosciente di avere una forte responsabilità sui suoi uomini

Per lui  Carlo Alberto Dalla Chiesa cosa rappresentava?

Incarnava il senso del dovere, l’istituzione ed il senso dello Stato. E’ stato un vero innovatore delle tecniche investigative. E’ stato come un padre. Ai suoi uomini chiedeva moltissimo ma è dava loro ancora di più.

E lo Stato?

Era Dalla Chiesa in persona che doveva difendere la democrazia, un compito piuttosto gravoso eppure ci è riuscito pienamente

Porti tu ed i tuoi colleghi un periodo piuttosto buio della storia del nostro Paese, quale idea ti sei fatto?

Quello è stato un periodo di terrore; i genitori avevano paura di mandare i figli a scuola, c’era paura a lavorare in fabbrica, di uscire per strada. Lo Stato non era così libero come sembrava. I sequestri e le uccisioni erano all’ordine del giorno purtroppo.

Cosa ci ha lasciato il generale Dalla Chiesa?

Ci ha insegnato a non dare nulla per scontato, i diritti non sono mai eterni perché le situazioni possono cambiare; inoltre ci ha fatto comprendere quanto rispetto si debba dare ai nemici, lui infatti non giudicava mai i giovani brigatisti. E’ stato un grande essere umano.

Com’è stato affiancare Sergio Castellitto?

Inizialmente eravamo in molti intimoriti da lui, mai poi tutto si è trasformato in un grande affetto. E’ stato un onore essere al suo  fianco. ha dato e restituito tanto. E’ sinonimo di carisma, autorevolezza ed umanità. Anche con il silenzio, riempiva la scena.

I tuoi prossimi progetti?

Uscirà Il sol dell’avvenire, un film di Nanni Moretti e Holiday di Edoardo Gabriellini, oltre la quinta stagione di Mocro Maffia.