The Animal Kingdom dal 13 giugno al cinema
In sal c’è un thriller sci-fi autenticamente selvaggio e sensoriale che arriva diretto nella sua umanità.
Dopo nove anni dall’esordio con The Fighters – Addestramento di vita (2014), il regista francese Thomas Cailley giunge alla sua seconda prova cinematografica con un film che ha ricevuto ben dodici nomination ai premi César e il plauso della critica al festival di Cannes, dove è stato presentato in anteprima.
François ha appena portato suo figlio Émile a una visita medica. Poi è bloccato nel traffico quando un furgone con a bordo delle misteriose creature, deraglia.
Lì c’era anche la moglie di François che, come molti altri individui, ha cominciato a trasformarsi in animale. L’uomo e il ragazzo si mettono così alla sua ricerca e sono aiutati da una poliziotta. Nel frattempo anche in Émile appaiono i primi segni della mutazione.
Si chiama Paul Kircher, interpreta Émile, e il suo enorme talento si era già visto in Le lycèen. In quel caso si è trattato di uno degli ultimi momenti vissuti insieme prima della scomparsa dell’uomo.
Qui invece è l’unico luogo dove i due protagonisti possono essere protetti dal pericolo che c’è fuori. Ma è anche dove trovano, anche se solo per un istante, un momento di coinvolgente condivisione come nella scena in cui urlano felici ascoltando una canzone.
Qui c’è sicuramente l’atmosfera di una fine imminente ma non ha le forme del cinema catastrofico. Ci sono invece due universi paralleli che si scontrano oppure dialogano tra di loro.
Per questo Thomas Cailley guarda ma al tempo stesso cerca una strada differente nel genere.