Cosa significa diventare padre, diventare genitori? Questa è la domanda centrale che ruota intorno a “Sole”, il film di Carlo Sironi che è stato in concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Il protagonista maschile è Claudio Segaluscio – che gentilmente ha risposto ad alcune nostre domande – che è stato il vincitore del Premio Nuovoimaie Talent.

Claudio, ti abbiamo visto tra i protagonisti del Festival di Venezia. Innanzitutto cos’ha voluto dire essere in concorso alla Mostra?
“Essere in concorso alla mostra è stata un esperienza che non mi sarei mai aspettato ed è stato anche un modo per rincontrare tutti i membri del cast e della troupe. Diciamo che trovarmi in concorso, ma anche solo sul grande schermo con più di 1000 persone che guardavano il mio lavoro(e anche quello degli altro ovviamente), mi ha messo un sacco di agitazione e di curiosità. Curiosità nel sapere cosa avrebbero pensato di me, ma anche la curiosità nel sapere cosa si trova a stare al centro dell’attenzione. sono molto contento del fatto che il mio lavoro sia stato molto apprezzato e devo dire che è stata questa esperienza, questa spinta a farmi capire che voglio fare della recitazione il mio futuro”.

Hai partecipato per “Sole” di Carlo Sironi, il tuo primo ruolo da protagonista. Perché hai accettato questo film?
“Diciamo che più di aver accettato il film, sono stato chiamato da questo. Già da dal primo incontro con carlo ho sentito che quel ruolo era fatto apposta per me, ovviamente ho avuto i miei periodi di dubbio che sono spariti diciamo dopo aver letto il copione, aver letto la descrizione del mio personaggio e tutta la storia. Ho avuto un’ impressione, come se carlo e giulia(la sceneggiatrice) mi avessero sognato. Da lì ho capito che avrei dovuto, ma soprattutto voluto, fare ‘SOLE'”.

Ci racconti del tuo personaggio?
“ERMANNO è un ragazzo come molti altri, e come molti altri suoi coetanei non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Ciò che rende diverso Ermanno è l’arrendevolezza che dimostra verso la vita. È un ragazzo che ha provato molto dolore e che si è fatto sopraffare da quest’ultimo. A lui non interessa trovare il suo posto e non fa altro che sopravvivere.L’arrivo di Lena ma sopratutto della bambina che porta in grembo gli fanno tornare in mente cosa significa prendersi cura di qualcun’ altro. Questa convivenza diciamo “forzata” inaspettatamente lo portano a portare in superficie emozioni da lui dimenticate o addirittura a lui sconosciute”.

Affrontate nel film una tematica non indifferente, quella dell’accettazione della paternità. Come ti sei preparato questo ruolo?
“Non ho avuto una preparazione specifica. Sono convinto che ogni persona dentro di sé ha un senso di paternità. Ad esempio io ho trovato il mio proprio il giorno in cui abbiamo fatto le riprese con i neonati. Prima di prendere in braccio ognuno di essi ero molto agitato, ma nel momento in cui ho avuto anche solo un contatto con uno di essi il vuoto creato dall’ansia e dall’agitazione è stato colmato da un senso di protezione che sono riuscito a percepire anche quando ero davanti allo schermo a rivedere la mia prestazione e che mai prima di allora avevo mai provato”.

Cosa ha significato essere diretti da Sironi?
“Essere diretto da Carlo ha significato molto per me. Già dalla prima volta che ci siamo incontrati mi ha fatto sentire a mio agio se penso che comunque era la mia prima esperienza. Abbiamo avuto l’occasione di creare un legame molto profondo date le numerose prove svolte prima delle riprese. Questo legame mi ha e credo ci abbia aiutato molto sul set. Anche in casi di tensione totale da parte dei membri di tutta la troupe, tensione che gravava soprattutto sul lavoro svolto da Carlo, trovava sempre il tempo e il modo di confrontarsi con noi attori ed ascoltarci per qualsiasi problema”.

I tuoi prossimi progetti?
Dopo le riprese del film ho avuto occasione di ritornare sul set con i ragazzi del “csc”. Esperienza che, seppur quasi tutti i miei dubbi sulla strada da intraprendere per il mio futuro fossero spariti grazie a Sole, è stata la conferma del fatto che avrei dovuto fare della recitazione la mia vita. Ora mi piacerebbe continuare a fare esperienza sui set. Con la mia agenzia, la Volver, ci stiamo lavorando, ma l’idea di frequentare un’accademia non mi è affatto estranea. I miei progetti per il futuro sono tutt’ora molto confusi, ma ho intenzione di investire molto nella recitazione”.

 

Articolo precedenteMonica Guerritore e l’amore per cinema e teatro: “Sono un servitore della narrazione”
Articolo successivo“Yellow Led”, il nuovo singolo di ‘Emilya ndMe’
Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.