Durante il tragitto verso la scuola, Samantha Andretti viene rapita da un coniglio gigante. La sua famiglia affida la sua ricerca a un investigatore, Bruno Genko, che però fallisce nell’intento. Quindici anni dopo viene ritrovata in ospedale, sotto shock ma viva; con lei c’è il dottor Green, il cui compito è aiutarla a ricordare. Insieme affrontano il ricordo del labirinto, una prigione sotterranea apparentemente senza via di fuga, nella quale la donna veniva sottoposta a giochi, indovinelli e rompicapi da risolvere, premiandola o punendola, ma sempre senza svelare i motivi di tutta questa situazione disturbante.
Nel frattempo a Bruno Genko viene comunicato che a causa di una grave malattia gli restano due mesi di vita. Incapace di perdonarsi per il fatto di non essere mai riuscito a trovare la ragazzina, l’uomo decide che impiegherà il tempo che gli resta da vivere per dare la caccia al mostro che l’ ha sequestrata quindici anni prima. Quante verità si nascondono tra i vicoli ciechi del labirinto? Chi giungerà prima alla verità: l’investigatore o il profiler? Siamo sicuri che, alla fine di tutto, ci sia un’unica verità? Qualcuno ha un segreto, qualcuno sta mentendo. Là fuori c’è un labirinto pieno di porte e dietro ognuna si nasconde un enigma, un inganno. Non ci resta che andare al cinema. “L’uomo del labirinto” è infatti nelle sale cinematografiche italiane dal 30 ottobre.
Tratto dall’omonimo romanzo di Donato Carrisi e edito in Italia da Longanesi. Il film, oltre a vantare un cast eccezionale – come Toni Servillo nei panni del protagonista e Valentina Bellè, con loro anche Dustin Hoffman, Stefano Rossi, Caterina Shulha e Vinicio Marchioni -, è diretto proprio dallo stesso Carrisi. Quest’ultimo è uno scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista e regista italiano di origine pugliese; nel 2009 ha vinto il Premio Bancarella con “Il suggeritore” e nel 2018 il David di Donatello con “La ragazza nella nebbia” con protagonisti Toni Servillo e Alessio Boni.