“La prima vacanza non si scorda mai”, il film diretto da Patrick Cassir, racconta la storia di Marion – che ha il volto di Camille Chamoux, attrice con una partecipazione ad alcune pellicole tra cui una piccola parte in “Quello che non so di lei” – e Ben – impersonato da Jonathan Cohen, attore televisivo che recentemente è emerso al cinema: “Amanda, Budapest” –, entrambi hanno trentanni e vivono vivono nella capitale francese, si conoscono su Tinder. Di fatto questo è praticamente tutto ciò che hanno in comune. La verità è che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro: lei è impavida e ama l’avventura, lui è ordinato e “leggermente” ipocondriaco, ma – ancora una volta – è vero il modo di dire di sempre, ovvero che gli opposti si attraggono e, dopo una notte piuttosto turbolenta, i due giovani decidono di trascorrere insieme le loro vacanze estive: a metà strada tra le loro destinazioni da sogno, Beirut per Marion, Biarritz per Ben, ma finiranno per ritrovarsi in Bulgaria. La loro vacanza, o presunta tale, si svilupperà tra ostelli hippy, spiagge affollate e sport estremi; quello che doveva essere un viaggio per conoscersi al meglio in tranquillità, per Marion e per Ben si trasformerà in un’avventura on the road trascinante e rocambolesca, un’esperienza indimenticabile sotto ogni punto di vista, nel bene e anche nel male. Non è solo un dettaglio di tramam ma è molto di più: il ruolo di Tinderinfatti nel film è un assaggio di contemporaneità della società che stiamo vivendo costantemente in questo periodo storico.
Patrick Cassir, al suo primo lungometraggio, scrive la sceneggiatura insieme a Camille Chamoux, protagonista femminile. Questa stesura a due si riflette con benefici effetti sul film che non si limita a divertire ma sa entrare nelle psicologie dei personaggi con il giusto mix di divertimento e di occasione di riflessione.