E’ stato e sempre sarà un intellettuale della gente e di coloro che l’hanno amato di più e continuano ad amarlo. Andrea Camilleri si è spento ieri alla veneranda età di 93 anni; era colui che ha usato al meglio la forza mediatica che la televisione pubblica ha generato per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano – il suo personaggio più amato di sempre -, ma soprattutto per far arrivare ai suoi lettori idee base di democrazia, diritto all’uguaglianza e dignità che non sono più da scontate come invece dovrebebro essere. Da più di due mesi la Palomar, la casa di produzione della fiction de “Il Commissario Montalbano”, si trova nel ragusano per girare tre nuovi episodi che verranno trasmessi nella prossima primavera nel primo canale Rai. Proprio ieri, la troupe si trovava a Scicli per le riprese di alcune scene, ma appena è arrivata la notizia della morte di Camilleri si è deciso di sospendere i nuovi ciak in segno di grande rispetto per il Maestro e per rispettare il dolore della sua famiglia. Sul set a guidare la troupe c’era proprio Luca Zingaretti che in questi giorni curava anche la regia, a causa di un’indisposizione dello storico regista Alberto Sironi. Proprio Zingaretti è stato il più scosso alla notizia della morte di Camilleri ed ha deciso di non andare avanti nella lavorazione. Le riprese dei nuovi episodi di Montalbano si concluderanno tuttavia il 26 luglio all’interno del Museo di Kamarina. «Le traduzioni teatrali e televisive delle sue opere hanno conferito ulteriori dimensioni al suo patrimonio letterario, avvicinando, inoltre, al mondo dei libri un grande numero di persone – questo è quello che ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla famiglia Camilleri -. Andrea Camilleri lascia un vuoto nella cultura italiana, e nei tanti che si sono appassionati nella lettura dei suoi racconti e sono stati attratti dai personaggi modellati dalla sua creatività».