Tijuana” è un brano dalle sonorità calde, capace di essere longevo nonostante sia nato per essere una hit estiva; il testo non fa nessun riferimento all’estate, eppure sembra essere un vero e proprio tormentone per questa caldissima stagione. Il brano è il secondo estratto da “Supereroe Bat Edition”, l’ultima fatica di Emis Killa – nome d’arte di Emiliano Rudolf Giambelli – che in questi ultimi anni sta spopolando con la sua musica tra i giovani e non solo,  che contiene le tracce dell’album disco d’oro “Supereroe”, come “Fuoco e Benzina”, “Rollercoaster” e “Claro” feat. Vegas Jones e Gemitaiz.

La musica è diventata compagna di vita del rapper molto presto; all’età di 14 anni è attratto principalmente dalle rap battle, disciplina che coltiva da subito in strada e che nel 2007 lo porta sul palco del “Tecniche Perfette” (concorso culto per tutti gli appassionati di rap e freestyle battle), dove si aggiudica il titolo di campione italiano di freestyle. Dei suoi inizi, del suo costante viaggio con la musica, del suo presente e del suo futuro abbiamo parlato proprio con lui.

Killa, partiamo dal suo ultimo singolo “Tijuana”, com’è nato?

E’ nato tutto in maniera molto naturale. Volevo scrivere un brano che lasciasse un segno, non in questo preciso periodo dell’anno, bensì nella musica, nella mia musica. Spero davvero di esserci riuscito.

E’ sicuramente un brano dalle sonorità calde ma senza fare un chiaro riferimento alla stagione in corso. E’ destinato ad essere per tutte le stagioni? Perché?

Questa canzone non è destinata a diventare una hit estiva perché il testo non fa nessun riferimento a questo periodo dell’anno. Europa e Sud America si incontrano in questa sperimentazione musicale: il sample vocale ricorda l’Italia anni ’60, ma il titolo (che nient’altro non è che il nome della ragazza descritta) fa inevitabilmente pensare al Messico. In realtà questo brano non ha né luogo né etnia, ma i riferimenti alla ragazza fanno pensare alla classifica teenager ribelle nata nello stivale. Il sound è coinvolgente e basta mettere in play per cominciare a ballare. Tutti conosciamo una Tijuana, che ci ha fatto penare o che ha fatto penare un nostro amico. Ascoltare per credere.

Il suo ultimo album “Supereroe Bat Edition” in onore di uno dei più famosi supereroi di sempre, ma per quali motivi proprio Batman?

Tra tutti i supereroi, credo proprio che sia il meglio. E’ ricco uomo d’affari che ha deciso di intraprendere una personale guerra contro il crimine indossando un costume da pipistrello a tutti coloro che fanno qualcosa di illegale. E’ un uomo privo di poteri paranormali ma, essendosi sottoposto sin da quando era piccolo ad allenamenti fisici molto intensi, è riuscito a sviluppare un fisico perfetto sotto ogni punto di vista. E’ forte, resistente, veloce e con una prontezza di riflessi ai limiti delle possibilità umane.

Lei si sente un supereroe?

Beh, magari, mi piacerebbe davvero ma non è così. Ho imparato sulla mia pelle che i supereroi possono esistere davvero e sono davanti ai nostri occhi tutti i giorni: sono coloro che rischiano la vita per la nostra sicurezza e tutte quelle persone che combattono per realizzare i propri sogni.

Lei ha 30 anni esatti, ma chi è Emis Killa  lontano dai riflettori?

Sono un ragazzo molto normale, con le sue forze e le sue fragilità. Sono un trentenne che si sta costruendo una bella famiglia, ne sono molto fiero. Amo fare quello che faccio e mai avrei mai pensato di arrivare dove sono arrivato fino ad ora.

Da circa un anno è diventato padre, com’è cambiata la sua vita?

E’ sempre rimasta la stessa, non è cambiata, ma ho qualche responsabilità in più rispetto a qualche anno fa. E’ stata forse un po’ modificata la percezione che ho di me stesso. Questa bella pupa è stata cercata, l’abbiamo voluta tanto ed ora eccola qua, bellissima. Ho la fortuna di avere una compagna eccezionale che è anche una madre straordinaria.

Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a “assumere” come nome d’arte proprio questo?

Mi hanno sempre soprannominato Emis negli anni in cui facevo i graffiti; Emi era il diminutivo di Emiliano, che è il mio vero nome, ho poi aggiunto la “s” che era una bella lettera. Killa, dallo slang americano, sta per killer, perché avevo vinto tutti i concorsi di freestyle.

Lei e la musica: quando è nato questo legame?

Mi sono avvicinato alla musica a 14 anni ed essere cresciuto alle porte di Milano credo che abbia influito sull’attitudine che ho avuto nell’avvicinarmi all’arte delle note. Il rap mi ha subito affascinato perché è un genere che racconta la verità nei suoi testi. Chi non racconta la verità viene smascherato, sempre. Io sono vero dal primo istante in tutto quello che dico e spero che questo arrivi al pubblico.

Per lei cosa rappresenta?

Tutto. E’ la mia vita.

Torniamo al suo nuovo disco; tra i brani c’è anche “La mia malattia” che racconta una storia di un rapporto malsano e stremato tra un uomo e una donna che, pur amandosi e provando ancora forti passioni l’uno per l’altra, si procurano vicendevolmente sofferenza. Cosa sono per lei l’amore e la sofferenza?

E’ una storia più matura. In una relazione ci sono tantissime variabili: momenti belli e altri meno.  Credo che due persone, stando insieme – con la mia compagna sto da 12 anni – crescano vicendevolmente vivendo tutte le sfumature di una relazione. L’amore non è sempre una rosa rossa ma è anche sofferenza e dolore. I non detti e  quello stato di sofferenza vanno affrontati, guardandosi negli occhi.

L’anno di svolta per lei è stato il 2012 in cui diventa la grande rivelazione del rap in Italia ma quale significato ha per lei il successo?

Quando ho deciso di intraprendere questo percorso mai avrei pensato di arrivare dove sono oggi.  Credo che il vero successo sia quello di fare arrivare la mia musica a tutti coloro che sono disponibili ad ascoltarla, sia che si tratti di un mio concerto sia che si tratti di ascoltare un singolo sul proprio smartphone. Scalare le classifiche non mi ha mai cambiato, sono sempre rimasto lo stesso.

Il suo primo disco ufficiale è “L’erba cattiva”, ma secondo lei qual è l’erba cattiva dei nostri giorni?

Ne abbiamo molta da estirpare. Dovremmo cominciare ad estirparla, a cominciare dalle ingiustizie che vengono fatte, i crimini che vengono commessi, la cattiveria e lo spezzare i sogni altrui – oltre che i propri – impedendo di sognare, di fatto i sogni  fanno parte della vita.

Un brano molto forte ma delicato al tempo stesso è “Se il mondo fosse” che i più importanti rapper  hanno realizzato per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna, ma per lei il mondo in cui viviamo come dovrebbe essere?

Ritengo che ci siano molte cose che vadano cambiate, a cominciare dalla politica di questo Paese. Non sono un cantante che con la sua musica ha la presunzione di cambiare il mondo ma sono dell’idea che ognuno di noi, se lo vuole davvero, possa contribuire a togliere la negatività presente oggi.

 

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Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.