IL MAESTRO E MARGHERITA di Michael Lockshin al cinema dal 19 giugno

Mosca anni ’30, sotto il regime di Stalin. Il Maestro, uno scrittore di talento, si trova ricoverato in una clinica dove è sottoposto a trattamento forzato. Un anno prima la sua pièce teatrale, “Pilato”, è stata bollata come opera reazionaria e censurata.
La sua carriera è distrutta. È emarginato nell’ambiente, gli viene revocata la tessera degli scrittori e gli restano pochissimi legami. L’incontro con Margherita, una donna sposata che lo ha subito folgorato, gli ridà quella carica creativa per un nuovo romanzo dove Mosca è visitata dal diavolo, Woland, una figura inquietante che gli è apparso come un enigmatico turista tedesco ed è accompagnato dai suoi servitori.
Da questo momento non c’è più nessun confine tra realtà e immaginazione. La mente del Maestro è sempre più dipendente dalla figura di Woland che diventa il suo interlocutore.
Nel frattempo, la sua salute mentale peggiora. IL MAESTRO E MARGHERITA di Michael Lockshin, tratto dall’omonimo romanzo di Michail Bulgakov, , uscirà nelle sale italiane il 19 giugno.
In questa nuova versione di “Il maestro e margherita”, il cinema entra nel mondo nel romanzo, attraversa le diverse linee temporali, i confini sempre meno netti tra realtà e immaginazione e soprattutto privilegia lo sguardo del Maestro e di Woland, visioni soggettive contrapposte ma anche complementari.
Nel 2018 il progetto era stato affidato al regista Nikolaj Lebedev. Tuttavia, complicazioni legate ai diritti d’autore, con diversi eredi di Bulgakov che avevano ceduto i diritti a differenti agenzie, hanno creato confusione.
Contemporaneamente, a Hollywood, il regista Baz Luhrmann stava sviluppando un adattamento parallelo.
Sarà successivamente spinto ad abbandonare il progetto a causa di problemi legati ai diritti e disaccordi sulla sceneggiatura.
Quando le questioni legali sono state finalmente risolte, la pandemia di COVID-19 ha ulteriormente ritardato le riprese. Nel frattempo, Lebedev ha abbandonato il progetto per dedicarsi ad altri impegni, lasciando la regia a Michail Lokšin.