Luigi Di Fiore in “Kostas”: «Il mio Ghikas è burbero ma è un buono»
Cercare il significato profondo delle parole può essere un’ottima opportunità per risolvere efferati delitti. È proprio così che Stefano Fresi dal 12 settembre su Rai1 conduce indagini e arresta criminali nelle vesti di Kostas Charitos, commissario di polizia nella nuova serie “Kostas” in onda su Rai1.
Prodotta da Palomar in collaborazione con Rai Fiction, è tratta dai romanzi di Petros Markaris. Sono quattro appuntamenti in prima serata (regia di Milena Cocozza) all’insegna del giallo in un’inedita Atene ricca di mistero e fascino d’altri tempi.
Il commissario Kostas è tenace, non si perde mai d’animo, è puntiglioso e ama condurre le indagini a modo suo, tanto da discutere spesso con il suo superiore Ghikas, interpretato da Luigi Di Fiore. Quest’ultimo (attore che il pubblico ben conosce) è a capo della sede centrale di polizia della Regione dell’Attica e quindi è il diretto superiore di Kostas. Ne abbiamo parlato proprio con lui.
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Luigi, cosa ti ha portato ad accettare questa serie tv?
Il mio è un mercato già in crisi da molto tempo. Sono stato scelto; sono in pochissimi a poter scegliere. Per questa serie tv, sono stato molto felice; stimo molto la regista per la sua caparbietà, la sua dolce grinta e il suo sorriso risolutore.
Tu sei Ghikas. Come lo descriveresti? Come vede Kostas?
E’ burbero e aspro ma è un buono. E’ molto serio sul suo lavoro ma è molto dolce e sensibile nel privato e nei confronti di Kostas. Ha molta stima di lui e adora le sue intenzioni. Non esce mai dal suo ruolo nel lavoro. Gli manca quel pizzico di coraggio che ha Kostas. Per quest’ultimo è una figura quasi paterna, un punto di riferimento. Kostas cerca sempre la sua approvazione.
Per lui, Atene cosa rappresenta?
Dal suo ufficio, domina la città. La ama profondamente. Non ha preso posizione durante la dittatura ma è rimasto toccato da quanto accaduto.
Cosa speri arrivi al pubblico che segue?
Tutto l’amore che abbiamo messo per questa fiction, ci siamo messi tutti in gioco. Il giudizio è nelle mani del pubblico.
Stai attraversando anche un momento di successo con il tuo Luca De Santis di “Un Posto al sole”. Perché piace così tanto?
Credo per la mia sincerità nell’interpretarlo, la cosa è stata avvertita dai telespettatori. E’ un bel personaggio dalle molteplici sfumature. Fa scelte molto importanti e tocca il tema dell’Alzheimer. Il 19 settembre sono stato invitato alla Camera dei Deputati proprio per parlare della mia esperienza attoriale nell’interpretare un uomo che ne è affetto.
Per quali motivi hai deciso di tornare a far parte di quest’avventura televisiva dopo diverso tempo?
Per ricucire una ferita importante. Mi aveva amareggiato la scelta della produzione ma ora è tutto passato, sono tornato.
Nuovi progetti?
Sarò alla Sala Umberto dal 7 al 12 gennaio con “Il professionista”.