Oltre a recitare, ha diretto alcuni dei più grandi attori dei nostri tempi. Francesco Branchetti è un attore e un regista fiorentino che ha studiato con  Antoniette De Bromhhead, dando vita ad anni di intensa attività artistica. Dal 2000 ha iniziato una proficua collaborazione con  i maggiori drammaturghi italiani contemporanei, mettendo in scena molti loro testi, oltre che aver diretto opere, concerti e lavora in programmi radiofonici. Abbiamo parlato con lui del suo percorso e della sua carriera.

Chi è Francesco Branchetti oggi?

Un attore e un regista, ma soprattutto un teatrante attento alla contemporaneità e dedito alla drammaturgia che mette al centro dell’attenzione il difficile rapporto tra uomo e donna oggi ma anche nei secoli passati. Come uomo mi sento ancora un sognatore sempre e comunque.

Lei è regista e attore. Com’è scoccata la scintilla per il suo mestiere?

A teatro da ragazzino andando a vedere i grandi del teatro come Vittorio Gassmann, Gastone Moschin e tanti altri.

E’ difficile nel 2018 essere attore e regista? Perché?

Nel 2018 è difficile soprattutto esserlo puntando nelle scelte, alla qualità e ai progetti di spessore e senza compromessi con il mercato.

Anche in questa stagione teatrale porta in scena “Coro di donna e uomo”. Com’è nata l’idea?

L’idea è nata con il drammaturgo Gianni Guardigli con cui collaboro da anni dalla volontà di raccontare il difficile e complesso rapporto tra uomo e donna dall’antichità ai nostri giorni, raccontando il male che si sono fatti ma anche i momenti di profonda solidarietà tra l’uno e l’altra.

Perché ha scelto come interprete femminile proprio Barbara De Rossi?

Lavoro con Barbara da cinque anni e questo progetto è nato dalla comune voglia di portare in scena temi che a entrambi interessano molto e che riteniamo importante trattare in un’epoca come la nostra in cui il teatro ha il dovere civico di sensibilizzare, informare e far riflettere su temi importanti come quelli che trattiamo in “Coro di donna e uomo”.

Oggi a cosa uomini e donne dovrebbero dire No?

Alla violenza e alla menzogna.

Dirige anche la commedia “Una settimana, non di più” di Clément Michel con Milena Miconi. Qual è, secondo lei, il fine della commedia italiana, sia al cinema sia in teatro?

Il fine della commedia italiana ma anche straniera, a mio avviso, è quello di riuscire a far capire al pubblico che finché si riesce a ridere di noi stessi c’è speranza e che l’ironia e l’umorismo  sono una via straordinaria verso la libertà.

Lei ha anche fatto e continua a fare anche molto teatro. Cosa significa stare sul palcoscenico?

Calcare le scene o stare davanti a una macchina da presa mi permette di esplorare  me stesso e si tratta di viaggi meravigliosi che restituiscono un senso al mestiere dell’ attore e sono estremamente grato ai registi che mi hanno consentito, attraverso la loro capacità di evocare mondi e suggestioni, di fare questi straordinari viaggi.

Il suo non è un mestiere così semplice, ma cosa c’è di davvero affascinante?

La possibilità di cambiare continuamente viaggio, percorso, avventura.

Lei è partito dalla sua Firenze. Cosa porta con sé della sua città e cosa invece lascia?

In realtà, a Firenze, ho vissuto solo alcuni anni, poi sono cresciuto a Pistoia, prima di trasferirmi a Roma, però di Firenze  porto con me il romanticismo e l’ironia . Lascio, forse, lo spirito alle volte un po’ troppo invidioso dei fiorentini.

I suoi prossimi progetti?

Sono in tournée con vari spettacoli tra cui “Il Diario Di Adamo ed Eva”, sempre con Barbara De Rossi , “Debora’s love” con Debora Caprioglio, “Il viaggio di Ecuba” di Gianni Guardigli con Isabella Giannone e sto per debuttare con un altro spettacolo “Lezioni di Burlesque The Secret Show” di Valdo Gamberutti, con Giulia Di Quilio. Poi ci sono alcuni progetti con attori di grande personalità che “inseguo” da anni e il progetto soprattutto di continuare a credere negli “incontri” e in quello che possono far nascere.

Previous articleIl mito dei Queen: dalla nascita a “Bohemian Rhapsody”
Next articleNuovo album per LP ed è già un successo
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.