Si è da poco affievolito l’eco del #metoo, ma le marce e le manifestazioni femministe non accennano fortunatamente a diminuire. Alessandra Cantini, con ben due lauree – una in scienze politiche e una specializzazione in relazioni internazionali – ha scritto un libro dal titolo “Sacro maschio”, ispirato al concetto del neo-maschilismo e promosso al grido di “sempre senza mutande”. La Cantini parla cinque lingue, ha debuttato al cinema nel film premio Oscar di Virzì “La Prima cosa bella” ed è stata candidata nelle liste di Forza Italia. La notorietà è arrivata quest’anno però. Ne abbiamo parlato proprio con lei.
– Alessandra, hai scritto “Sacro maschio”. Per quali motivi hai deciso di scrivere questo libro?
“Ho sempre voluto occuparmi della tematica che affronto nel mio libro. Diverso tempo fa stavo con un ragazzo inglese che proveniva da una classica famiglia tradizionale; è proprio in quel periodo che ho compreso quanto la donna fosse complementare all’uomo. Se prima era solo dedita alla casa e alla famiglia, ora sta cercando i suoi spazi. Mi sono trovata così trovata a scontarmi con la realtà in cui l’uomo ha l’ambizione di non trovarsi da solo”.
– Ci spieghi perché proprio questo titolo?
“L’uomo è sempre stato il simbolo della forza virile e bruta; ha sempre avuto un valore sacro. Ecco, io credo che si debba estendere il concetto anche alla donna”.
– Hai scritto un libro sul neo – maschilismo senza un editore. Perché secondo te sono in molti a pensarla diversamente da te?.
“Perché probabilmente io parlo una lingua diversa dagli altri che sono fagocitati dal sistema e sono politicamente corretti. Dovrebbero ampliare la loro visione delle cose. Trovo che ci sia molta ipocrisia”.
– Sei stata ospite di importanti saloni televisivi, come ti senti dopo tutte le opinioni che in diversi hanno espresso su di te? Perché?
“Sono una persona libera e sempre lo sarò. Ho solo cercato di portare alla luce quello che è sotto gli occhi di tutti ogni giorno, senza creare nulla di diverso, ma forse di scomodo ai più. Credo proprio di non essere accettata”.
– Cosa significa essere donne, secondo te, oggi?
“Sapersi accettare e differenziarsi dalla massa. Una donna può essere madre, moglie, musa di alcuni uomini, sorella, compagna e ispiratrice di idee. Credo che sia bello essere femminili”.
– Cosa vuol dire provocare ed essere provocate?
“Provocare significa far sì che l’altra persona reagisca con gesti simbolici o parole; esattamente come sto facendo io in questo periodo o come hanno fatto Cleopatra e Lucrezia Borgia. Essere provocata vuol dire cogliere una sfida e dimostrare di farcela, esattamente come Giovanna D’Arco”.
– Cos’è una molestia?
“E’ una violenza subita fisicamente o verbalmente. Per fortuna a me non è mai accaduto. Il #metoo ritengo sia abbastanza ridicolo per la maggior parte delle artiste che vi hanno partecipato mettendoci la faccia; in molte hanno denunciato dopo anni e anni intraprendendo carriere brillanti. Anche se questo “movimento” è nato con le migliori intenzioni, una donna non può offendere altre donne affermando di essere stata violentata dopo aver fatto diversi film con lo stesso produttore”.
– Hai ben due lauree, ma qual è il tuo sogno nella vita?
“Vorrei fare quello che sto continuando a fare. Sono esattamente come l’acqua, ovvero una ragazza dai molti ruoli e dalla più svariate forme. Sono una donna che combatte per i suoi ideali”.
– Ora, guardandoti allo specchio, cosa vedi?
“Una ragazza felice, che non ha rimpianti o rimorsi”.