Cinzia TH Torrini, regista di “Sei nell’anima”: «Gianna Nannini è una grande combattente, un po’ come tutte noi»

Un frammento della storia di una delle voci più incisive e rinomate della nostra musica, trent’anni raccontati partendo dall’infanzia, dalle radici della sua vita e della sua carriera, fino alla consacrazione, passando da una svolta che trancia di netto in due parti la vita di Gianna, tanto da considerarla la sua vera nascita: l’anno 1983.
“Sei nell’anima” – dal 2 maggio su Netflix – accompagna il pubblico in un viaggio dentro la vita e la mente creativa di una donna capace di plasmare emozioni con poesia e musica.
Un’artista unica, rivoluzionaria, fuori da qualsiasi schema e definizione, alla continua ricerca di ispirazione, di trasformazione, che ha fatto della musica e della libertà il suo manifesto.
Alla regia troviamo la penna attenta e romantica di Cinzia TH Torrini (ph Marco Rossi e ph di scena di Ralph Palka) con la quale abbiamo parlato.
“Sei nell’anima” è scritto dalla regista e Cosimo Calamini insieme a Donatella Diamanti e alla stessa Gianna Nannini, ed è tratto da Cazzi Miei, autobiografia dell’artista, pubblicata nel 2016.
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Cinzia, com’è nata l’idea di fare questo film?
Conoscevo la Nannini da diverso tempo. Le nostre madri si conoscevano, entrambe donne manager dell’associazione di AIDDA. Non ci siamo mai frequentate tantissimo, lei in giro con la sua musica e io con le mie serie tv.
Mi ha sempre invitato ai suoi concerti e io quando potevo sono sempre andata. Ci siamo sempre sentite negli anni. Siamo entrambe toscane, io di Firenze e lei di Siena.
Ci siamo incontrate un giorno a Milano e da lì è iniziato tutto. Avrei lottato per realizzare il film che l’avrebbe raccontata nel modo più fedele a lei, con le sue lotte, i suoi conflitti, le cadute e le risalite.
Com’è come persona e come cantante? Cosa ti piace di lei?
Gianna è Gianna. E’ sempre stata per me un mito, simbolo di libertà, senza compromessi, coraggiosa nell’essere se stessa nel bene e nel male. La stimo per la sua creatività che fa di lei un’artista che con parole e musica interpreta il mondo che la circonda.
Con la sua voce fa vibrare l’anima di chi l’ascolta. Invidio il suo modo di raccontare le emozioni prima con le parole poi con la musica.
Gianna Nannini e la sue infanzia. Com’è stata?
In molti vengono dalla strada poi salgono. Lei proviene da una famiglia benestante. E’ scappata di casa, ha rinunciato alla sicurezza economica che le avrebbe garantito i suoi genitori e l’ha fatto per essere libera. Suo padre l’avrebbe vista campionessa di tennis ma lei ha scelto altro.
La sua vita per non è stata sempre tranquilla. Perché?
Ha faticato per arrivare dov’è ora, nulla le è stato regalato. Mentre alcuni si sono persi per strada tra vizi, alcol e droga, lei no. E’ stata salvata dalla musica, la sua grande passione che doveva esternare.
Per lei, la musica cosa rappresenta?
E’ sempre stata la sua ambizione, il suo sogno. Ha sempre avuto quello come obiettivo. Ha certamente avuto i suoi alti e bassi ma alla fine ha sempre vinto, senza lasciarsi fagocitare da nessuno.
Il 1983 è un anno molto importante. Perché?
E’ l’anno che segna la sua seconda vita, la sua rinascita, sia a livello umano sia (e soprattutto) a livello artistico.
La sua grande forza qual è?
Ha dovuto combattere, non è stato facile. Ha superato molti ostacoli e non si è arresa, mai.
Cosa ti piacerebbe arrivasse di “Sei nell’anima”?
Nell’aprile 2006 mi trovavo nel carcere di Velletri per “Donna Detective”, ero spogliata di tutte le comodità, visto il luogo in cui mi trovavo. Dalla radio del carcere, è partita proprio Sei nell’anima e mi ha fatto vibrare dentro. E’ una canzone che parla di lei ma anche di tutti noi.
https://www.youtube.com/watch?v=cSpnSJOv6vE