NON RIATTACCARE dall’11 luglio al cinema
«L’incipit del romanzo Non riattaccare di Alessandra Montrucchio, da cui il film è liberamente tratto, mi ha folgorato.
In quelle pagine ho visto l’occasione per portare avanti il mio personale discorso sul noir, realizzando un film essenziale (inteso come qualcosa di cui non posso fare a meno) a partire dai suoi elementi: una persona, una voce, un’automobile.
Ci ho letto anche un’altra opportunità: nel romanzo i protagonisti non hanno un nome e un passato, mentre io li ho cercati nelle mie esperienze, nelle emozioni e nelle paure.
Così sono nati Irene e Pietro. Il film racconta la loro storia, durante un viaggio con il piede schiacciato sull’acceleratore. Noi spettatori viviamo ogni istante: non ci sono ellissi o salti temporali. Non ci sono soste. Siamo sempre con Irene, che è presente dalla prima all’ultima inquadratura».
Questo ha dichiarato Manfredi Lucibello, regista di “Non riattaccare”, film con Barbara Ronchi e Claudio Santamaria in uscita l’11 luglio al cinema. Si tratta del racconto di una notte.
È il racconto di una chiamata e di una corsa, tra una Roma in lockdown e una casa a Santa Marinella. Il calendario dice che è il mese di marzo del 2020. Tutti dormono, tranne Irene.
Ed è proprio nel cuore della notte che la donna riceve una chiamata. Dall’altra parte della cornetta c’è Pietro, l’ex compagno lasciato traumaticamente sei mesi prima.
Vuole farla finita Pietro, con la professione, ma anche con la vita. Un campanello d’allarme troppo imperante per Irene, che senza pensarci due volte sale in macchina, e sfida il buio e le disposizioni che vogliono ogni cittadino chiuso in casa, pur di trarre in salvo un amore perduto, salvando forse anche se stessa.