Dopo il podio al 69° Festival di Sanremo e il successo del nuovo album “Musica”, Il Volo,  il trio italiano che ha conquistato le platee internazionali con tre voci imponenti, quest’anno festeggia ben 10 anni di carriera e lo fa con una serie di prestigiosi appuntamenti live fino a maggio 2020, a testimonianza dell’autentico successo dei tre cantanti in tutto il mondo. La prima tappa dei festeggiamenti è stata proprio il festival della canzone italiana dove sono arrivati terzi per poi proseguire in Giappone e aver registrato il 14 giugno un live per la PBS, la tv Americana.

Il 16 giugno è partito il loro tour – prodotto da Il Volo Srl e organizzato da Friends & Partners – che si concluderà all’Arena di Verona il 24 settembre. Degli inizi, di musica, di emozioni e di vita abbiamo parlato con uno dei tre componenti, ovvero Piero Barone.

Il vostro nuovo singolo  “A chi mi dice” è brano dal sapore amaro e nostalgico. Siete sempre in giro per il mondo, ma ci sono momenti di amarezza e nostalgia nella vostra vita quando magari le luci del palcoscenico si spengono?
“Premetto che questa bellissima domanda non mi era mai stata posta, quindi grazie. Abbiamo la fortuna e il privilegio di viaggiare tanto ma il non stare mai fermi comporta purtroppo delle rinunce; la distanza molto spesso ci allontana da una persona a cui teniamo o, ancor prima, non ci permette di conoscerla come invece vorremmo. “A chi mi dice” racconta proprio questo, la consapevolezza di non incontrare più quella persona. Non mi riferisco soltanto alle ragazze ma a tutti i nostri cari; d’altro canto però viviamo della nostra passione più grande, ovvero la musica”.

Il singolo è estratto dall’album “Musica” , quando la musica è diventata la vostra compagna di viaggio?
“Siamo nati in mezzo alla musica, tutti e tre abbiamo un  passato molto simile. Mio nonno mi ha fatto scoprire l’arte delle note. Dopo un concerto in giro per il mondo, continuiamo a cantare musica. E’ tutto per noi: è ossigeno”.

Come definirebbe l’arte delle note?
“Una vita senza musica non avrebbe senso. Non può esistere un film senza musica. Magari non ci facciamo caso più di tanto, eppure in qualsiasi luogo ci troviamo e in qualsiasi fase della nostra vita ci troviamo – sia che sia piena di luce o di buio – lei c’è sempre”.

Sei siciliano, più precisamente della provincia di Agrigento, cosa porti sempre con te della tua terra?
“E’ una  terra particolare la mia. Molti ragazzi della mia età sono costretti a lasciarla, è bello ritornarci ma è difficilissimo ripartire. Quando la lascio, è come staccare un pezzo di me. La Sicilia è una terra che ti insegna a combattere per ciò che vuoi, ti permette di abituarti e di adattarti a tutto. Quando le sono lontano, qualche parola in siciliano mi scappa sempre”.

Tutto è partito con “Ti lascio una canzone” condotto da Antonella Clerici. Cosa vi aspettavate da quel talent?
“E’ stato tutto per caso. Posso dire che il nostro percorso è stato davvero una favola, come tutti quegli incontri inaspettati che ti cambiano per sempre la vita. “Ti lascio una canzone” è stata un’esperienza di nove settimane che ci ha segnato molto. Siamo stati notati da Michele Torpedine che è il nostro attuale manager, Tony Renis e Roberto Cenci. La grande fortuna è quella di essere un gruppo di tre ragazzi che hanno maturato una grande amicizia”.

Ora a chi “lascereste una canzone” per dire Grazie?
“La prima persona sarebbe mio nonno perché è stato lui che da piccolino mi accompagnava alle lezioni di pianoforte; ho la sua stessa identica voce, è stato lui di consigliare a mio padre di intraprendere questa strada. Da non vendente, si intristisce perché non riesce a vedermi ma riusciamo fortunatamente a sentirci”.

Sul palco di Sanremo nel 2015 siete arrivati con “Grande Amore” ma l’amore verso chi e per chi? Quale significato attribuisce a questa parola?
“E’ una tematica che ricorre molto nelle nostre melodie. In questo nostro mestiere, si riesce a scoprire il lato positivo e negativo delle persone e a capire cosa conta davvero. Trascorro diverso tempo al telefono con mio fratello e mia sorella perché li amo incondizionatamente; una ragazza può lasciarti ma la propria famiglia no, quello è un amore che non finirà mai. Secondo me, nella vita non ci si deve fidare tanto di qualcuno esterno ai nostri cari, bensì dobbiamo riuscire a goderci il momento delle persone a noi davvero vicine”.

Sono passati ben 10 anni dal vostro esordio. Come eravate?
“Eravamo completamente diversi da quello che siamo diventati ora. Eravamo timidi e insicuri; oggi invece salire su un palco vuol dire emozionarsi ed emozionare tutti coloro che sono in ascolto. Se prima litigavamo, il litigio durava due giorni, ora pochi minuti. Siamo molto più maturi di prima, viviamo e ci buttiamo a capofitto in quello che facciamo”.

Avete calcato i palcoscenici più importanti del mondo ma quale, tra i tanti, vi ha dato davvero i brividi?
“Potrei dire New York. Prima di “Grande Amore” facevamo molti concerti all’estero; ci dispiaceva non condividere le canzoni con la nostra Italia. Dopo Sanremo, abbiamo iniziato anche qui e devo dire che il nostro Paese regala posti unici al mondo che non si trovano da nessun’altra parte”.

Cosa ti auguri che arrivi al grande pubblico con la vostra musica?
“La stessa voglia che abbiamo tutti e tre di fare musica e di non far morire questo genere musicale che è nato in Italia e che da sempre viene suonato nel nostro bel Paese”.

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Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.