Quella che viene raccontata sia al cinema sia a teatro è una storia in cui la comicità si lega alla commozione. Ad accompagnare gli spettatori in un viaggio che racconta la bellezza che risiede nelle diversità sono l’ironia e irriverenza. Con “Up&down”- lo spettacolo che sta girando i principali teatri italiani – le distanze tra palcoscenico e platea si annullano.  Sia per il film sia per la messinscena teatrale viene fatta una vera e propria indagine sulla normalità raccontata attraverso gli occhi incantati di attori a dir poco straordinari. Cinque interpreti con Sindrome di Down e uno autistico  vengono accompagnati in un viaggio lungo un anno intero dal noto attore, qual è Paolo Ruffini, che prende per mano questi giovani guidandoli in un mondo dove ci sono alberi di tela, cieli di cartapesta e diamanti di vetro, a dimostrazione di come di fatto il teatro e il cinema, come al vita stessa, non chiedano di essere normali, al contrario, puntino una luce sulla diversità.
Ruffini, com’è nato questo progetto che dal teatro è passato al cinema?

“Ho un’amicizia profonda con Lamberto Giannini che opera a Livorno da diversi anni nell’ambito teatrale; ha iniziato un laboratorio con persone abili e non, senza escludere nessuno, poiché tutti abbiamo un corpo, un’emotività e quindi tutti possiamo diventare attori. Cinque anni fa sono andato a  vedere un suo spettacolo e mi sono detto che anch’io avrei voluto condividere un progetto simile. Non si deve più fare una distinzione tra abilità e non abilità, ma tenere invece conto della felicità, la nostra felicità”.

UP&DOWN” , perché dare questo titolo?

“Perché la vita è fatti di un’alternanza di alti e bassi, cioè di up e down, a dimostrazione di come di fatto la nostra esistenza non possa essere né normale né perfetta. Una persona down è più up rispetto agli individui che incontriamo tutti i giorni, è molto più felice di tutti gli altri”.

Cosa c’è di Up e cosa di Down nella nostra vita, secondo lei?

“Ci lamentiamo sempre troppo, sempre di più di quel che dovremmo. Io cerco di essere up, ma ad essere down è tutto il mio contorno, dimenticandosi della grande fortuna che invece ha”.

Quella che ci racconta è la storia di un sogno. E’ d’accordo?

“Direi proprio di sì. Non era mai successo che persone con sindrome di Down entrassero in un circuito commerciale; noi invece siamo andati in luoghi dove musical e spettacoli sono i protagonisti”.

Oggi è importante sognare?

“Assolutamente sì. Credo che tutte le cose belle che ti accadono tu le abbia sognate”.

Che cos’è per lei la normalità, o meglio esiste?

“Esiste, ma non accade.  Non è una cosa che la natura prevede; sarebbe un desiderio dell’uomo che di fatto non vuole essere disturbato da contaminazioni esterne. Non esiste una natura normale, non esiste  un’amore normale, una vita normale ed emozioni normali”.

Lo spettacolo è uno strepitoso happening comico che supera i pregiudizi. In cosa consiste l’emozione?

“Nel riconoscersi in maniera empatica in valori che molto spesso sono dentro di noi ma non riusciamo a riconoscerli. Questo spettacolo parla di noi ma non lo sappiamo, ovvero di vita e felicità. L’esistenza può essere feroce ma anche ferocemente stupenda”.

Porta questo spettacolo sia al cinema che in teatro. Qual è il vero compito di queste due forme d’arte?

“Non credo abbiano un compito, ma piuttosto che siano uno sfogo che l’uomo ha per comunicare qualcosa. Sono la rappresentazione di libertà che ognuno ha di far conoscere il suo sogno, la sua emotività e la sua speranza”.

Cosa vorrebbe arrivasse al pubblico?

“Mi piacerebbe si facesse una domanda: è più importanti essere felici o avere ragione?”.

Previous articleLa forte espressività di Francesca Agostini. Su Rai1 con “L’allieva 2”
Next articleGrande attesa per “L’amica geniale”. In arrivo su Rai1
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.