L’attenzione è dedicata agli spazi emozionali, mentali e fisici del tempo libero e a istanti che raccolgono e raccontano sensazioni e luoghi. Sarà inaugurata domani al Teatro San Genesio di Roma (struttura da sempre impegnata a sostenere e valorizzare gli artisti musicali, ma anche le arti visive) nell’ambito del Vitala Festival la nuova mostra personale di pittura di Fabio Barilari intitolata “Time Off”.
In questa ottava mostra personale a Roma, Barilari presenta numerosi nuovi lavori che proseguono e sviluppano ulteriormente il suo interesse per il racconto di luoghi ed atmosfere, alternando differenti tecniche di disegno e narrazione. L’esposizione sarà aperta al pubblico gratuitamente fino al 9 di giugno. Abbiamo incontrato l’artista, architetto ed illustratore.
Barilari, il 17 maggio a Roma si inaugura la mostra “Time Off”, ci racconta di cosa si tratta?
“Le parole “Time Off” hanno a che fare con il tempo rubato alle pressioni quotidiane. E’un furto necessario e richiede allenamento: sottrarre delle ore alle necessità. Quindi nel caso mio, Time Off è lo spazio che posso dedicare al disegno e al colore. Però è anche lo spazio che si regala chi decide di andare a vedere una mostra o ad assistere ad un concerto: di chi decide di entrare in contatto con il mondo superfluo delle emozioni. A quel punto si instaura un dialogo senza parole”.
Il tempo potrà mai scadere per l’arte?
“No, questo è impossibile. Può però scadere per le singole persone, nei confronti dell’arte: come ogni rapporto, va curato. Se non fai attenzione, perdi il contatto e a quel punto la vita diventa più triste”.
Keith Haring sosteneva quanto il disegno sia ancora fondamentalmente lo stesso che è stato sin dalla preistoria, in quanto riunisce l’uomo e il mondo e vive attraverso la magia. Lei è d’accordo? Perché?
“Si, non è cambiato nulla. Mi interessa particolarmente la dimensione del disegno, su molti livelli, alcuni di pura ricerca. Ho scelto questa frase proprio perché condensa in poche parole una realtà che spesso sfugge: nel momento in cui la penna inizia a tracciare una linea su un foglio, appare qualcosa che fino a quel momento non esisteva. La magia è li e te ne accorgi quando osservi il fascino che subiscono le persone di ogni età nel vedere qualcuno disegnare”.
Come è nata questa sua passione per l’ambito artistico?
“Ci sono nato: per me è sempre stato più completo e naturale descrivere le cose attraverso il disegno che non attraverso le parole”.
Cos’è per lei l’arte?
“E’ un mezzo di espressione senza limiti per chi la pratica e una possibilità di evasione senza limiti per chi decide di aprirle la porta. Uno spazio di libertà assoluta, che però richiede tecnica e dedizione. Non parlo solo del disegno, naturalmente: vale per la musica, per la letteratura, per qualunque forma di espressione artistica”.
Come la definirebbe?
“Un linguaggio alternativo alla parola. E come la parola, è in grado di accendere dei sentimenti in chi ascolta: può adottare un linguaggio semplice e intuitivo oppure sviluppare concetti molto complessi. Può entrare in profondità, interagire su molti livelli, e lasciare il segno nella vita di una persona”.
Cosa le piacerebbe arrivasse della sua mostra al grande pubblico
“In questa mostra, semplicemente il piacere di staccare un poco dalle pressioni quotidiane e godersi un po’ di colori”.
La mostra sarà visitabile nelle ore pomeridiane (17-20 ), previo appuntamento o contestualmente ai prossimi eventi in programma presso il Teatro. Per Info: 347-8248661; wonderwallenter@gmail.com