Noemi Brando su Netflix con “Sei nell’Anima”: «La mia Tina è un’anima sensibile e non pronta alla vita che aveva scelto »
Gianna Nannini è arrivata su Netflix il 2 maggio, anzi è arrivata la sua storia. “Sei nell’anima” è il film tratto dalla storia dell’artista, prodotto da Indiana Production e diretto da Cinzia TH Torrini.
Protagonista nei panni dell’icona del rock femminile italiano, è Letizia Toni. Il film racconta sia l’aspetto personale che l’aspetto artistico, la ricerca e l’ispirazione di Nannini la sua continua ricerca di libertà, anche nella musica.
“Sei nell’anima” non è una biografia completa ma racconta un frammento della storia di Gianna Nannini, trent’anni in totale, partendo dall’infanzia, dalle radici della sua vita e della sua carriera, fino alla consacrazione.
Passa soprattutto attraverso un momento che trancia di netto in due parti la sua vita, tanto che la cantante la considera la sua “vera nascita”: l’anno 1983. Nel cast troviamo anche la talentuosa Noemi Brando.
Dopo un percorso formativo di masterclass con registi come Ozpetek, Muccino, Veronesi, Armando Pizzuti, alcune pubblicità e videoclip musicali, il cinema si accorge di lei con un piccolo ruolo in “Supersex”.
Ora la troviamo in un ruolo significativo e molto emozionante nel film “Sei nell’Anima” con regia di Cinzia Th Torrini. Ne abbiamo parlato con lei.
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Noemi partiamo dall’inizio. Sei su Netflix con il film che racconta la vita di Gianna Nannini. Cosa ti ha portato ad accettare questo progetto?
Tutto è iniziato in maniera casuale. Sono andata ad un concerto di Gianna Nannini, sono poi riuscita a incontrarla. Non appena mi ha vista ha subito detto che sarei stata perfetta nel ruolo di Tina. Ho poi incontrato le regista che mi ha fatto il provino. Non potevo dire di no.
Tu Gianna Nannini l’ascolti? Cosa ti piace della sua musica?
Sin da piccola. Mia madre l’ha sempre ascoltata, portandomi con lei anche ad un concerto quando avevo dieci anni. E’ una vera icona del rock.
Nel film sei Tina, una donna realmente esistita. Come ti sei preparata?
Mi sono confrontata molto con Gianna perchè era la sa migliore amica. Avevano un rapporto molto stretto. Ho anche cercato di capire com’era Milano negli anni ottanta.
Come la descriveresti?
Un’anima fragile, sensibile e non pronta alla vita che aveva scelto. Era solitaria e vitale. Era desiderosa di uscire dal tunnel in cui era precipitata.
Tina ha una grande dipendenza. Per lei la droga cosa rappresenta?
Una via di fuga per allontanarsi dalla realtà. Era Tina a sorreggere Gianna che ancora non era riuscita a diventare una cantante, era la sua forza e la sua energia. Era però anche una giovane donna fragile che non è riuscita a dire no all’eroina.
Cosa la lega alla Nannini?
Erano come sorelle; abitavano nello stesso stabile, erano sempre insieme. Si capivano moltissimo in ogni momento, nemmeno in quelli così luminosi.
Su Netflix sei anche in “Supersex”, una serie tv che ha fatto molto discutere, perché secondo te?
Perché per molti il sesso è ancora un tabù. Non conoscevo così bene la vita di Rocco Siffredi. Di fatto è stato un bravo imprenditore. In questa serie tv raccontiamo anche l’umano, non solo un aspetto della sua vita.
Tu anche anche un passato da modella. Cosa unisce la moda con lo spettacolo?
Il mostrarsi attraverso il corpo e il potersi esprimere. Mi ha divertito molto ma poi il corpo non mi bastava più, servivano anche le parole.
Perché intraprendere la carriera da attrice? Cosa significa per te esserlo?
Spero che sia il mio futuro. Sto studiando molto e ci sto mettendo tutta l’anima per fare del mio meglio.
Nuovi progetti?
Un corto di Ferzan Özpetek e a breve le riprese di un film per la televisione.