Manuela Ventura in “Mascaria” su Rai1: «Dire No alle mafie è opporsi a chi vuole distruggere un’idea di futuro, spegnendo sogni»
Pietro Ferrara è un costruttore siciliano che per poter lavorare è costretto come tanti a pagare il pizzo. Un giorno però si fa coraggio e denuncia.
È una rivoluzione: i mafiosi che lo vessavano vengono arrestati e per la prima volta condannati a molti anni di prigione.
Pietro, di natura schivo e riservato, diventa il volto della clamorosa vittoria. La vendetta dei mafiosi arriva nel modo più subdolo quando Rizzo, il capomafia che per anni lo aveva taglieggiato e che Pietro fra l’altro aveva frequentato da ragazzino, lo accusa pubblicamente di essere stato suo socio in affari.
Sono solo fandonie, puro fango, ma ormai Pietro è calunniato e incredibilmente viene rinviato a giudizio per associazione mafiosa. Da accusatore è diventato imputato. Come tale deve difendersi e resistere: per sé, per i suoi dipendenti e soprattutto per la sua amata famiglia.
Al suo fianco, in quella che diventerà un’estenuante battaglia giudiziaria, c’è l’avvocato Baldani, esperto in processi di mafia. Inevitabilmente le vicende giudiziarie di Pietro si ripercuotono sulla vita della famiglia.
Questo e molto altro sarà “Mascaria“, il film diretto da Isabella Leoni e prodotto da una collaborazione tra Rai Fiction e Red Film che verrà trasmesso su Rai1 in prima serata il 23 maggio, giorno dedicato alla Giornata della Legalità.
Il film racconta la vera storia di un uomo che, denunciando la mafia, ha subito la più grande delle ingiustizie. Nel cast troviamo, oltre a Fabrizio Ferracane, Christian Roberto, Flavia Orecchio, Costantino Comito, Andrea Tidona, Gaetano Aronica e con Fortunato Cerlino, anche Manuela Ventura, attrice che il pubblico ben conosce visto la forte e umana intensità che ha in ogni sua interpretazione.
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Manuela, partiamo dall’inizio. Cosa ti ha portato ad accettare questo film per Rai1?
Sicuramente da subito mi ha colpito la storia. Inoltre, ero felice all’idea di poter lavorare nuovamente con la regista Isabella Leoni, che stimo sin dai tempi di “Questo nostro amore”, di cui ha diretto la terza stagione, per la capacità di ascolto che ha nei confronti delle attrici e degli attori, e il modo di creare squadra sul set con grande attenzione per il lavoro di tutti.
Questo tipo di sensibilità ci ha permesso di trovare la sintonia giusta per lavorare ad un progetto così delicato, raccontando una storia che ci ha coinvolto non solo per la forza e il coraggio ma anche per lo sguardo più intimo che si dà a questa vicenda.
Ci spieghi il titolo?
Mascaria è un termine che si rifà al verbo del dialetto siciliano “Mascariare”, ovvero mascherare, tingere volutamente qualcuno col carbone o con altro di simile, questo in senso più letterale.
Più in generale , serve ad indicare il modo in cui si cerca di infangare e delegittimare l’operato di una persona, annerendo la sua reputazione, screditando la sua credibilità agli occhi degli altri, attraverso la delegittimazione e la menzogna.
Chi è Pietro Ferrara?
Interpretato da un bravissimo Fabrizio Ferracane, è un costruttore siciliano che per poter lavorare è costretto ,come tanti, a pagare il pizzo. Ma un giorno si fa coraggio e denuncia.
Lo fa per difendere ciò in cui ha sempre creduto, la sua azienda e la sua famiglia, sceglie di fare la cosa giusta, opponendosi al sistema di estorsioni e alla prepotenza mafiosa subita.
Nel film, sei Mimma Ferrara. come ti sei preparata nel vestire i suoi panni?
Solitamente quando incontro un nuovo personaggio, cerco di capire quale può essere in generale la sua funzione all’interno del racconto, poi gli aspetti più specifici, caratteriali, di linguaggio, il modo di relazionarsi agli altri personaggi e poi capire quali sono le affinità .
Ho cercato materiale che riguardasse storie simili a quella che noi raccontiamo. Per avvicinarsi ad un ruolo a volte si lavora per contrasto, altre per volte per analogia. In questo caso molte sono state le analogie rispetto alla posizione che questa donna prende nella storia, la sua voglia di comprendere profondamente ciò che accade, dialogare , chiedere, per cercare una via d’uscita, per reagire. Mimma è una donna che non urla ma vuole dire.
Come la descriveresti?
Mimma Ferrara, è una donna che ha una grande tenacia fatta di determinazione e gentilezza . È al fianco del marito col quale ha una forte unione e con cui ha sognato un futuro fatto di affetti, famiglia, lavoro, progetti.
Lo hanno sognato proprio lì, in quella terra dove ora tutta la loro vita sembra essere stravolta. Mimma è una donna che con determinazione e comprensione sostiene il marito, desidera proteggerlo come desidera proteggere i propri figli.
Vorrebbe andare a vivere in un’altra città, ma comprende quanto sia importante invece rimanere e provare a cambiare e resistere. Anche attraverso lo sguardo di questa donna, entriamo in un racconto intimo, fatto di amore, cura e grande dignità.
Uno sguardo più riservato per descrivere, insieme alla risolutezza e al coraggio, anche una prospettiva più difficile, le paure, i dubbi. Con la regista, abbiamo cercato di raccontare anche attraverso il personaggio di Mimma, i lati umani di questa vicenda, le fragilità, il valore delle relazioni, il bisogno così naturale di chiedere aiuto.
E’ una donna innamorata della sua famiglia e premurosa, ma anche forte e lungimirante perché sa quello che vuole. Per lei, cosa vuol dire No alla criminalità organizzata?
E’ opporsi a chi vuole distruggere un’idea di futuro, spegnendo sogni, bruciando risorse e opportunità, No per opporsi a chi mette a repentaglio le vite altrui.
Mimma vuole dire No per i suoi figli, per i figli di quella comunità che sembra diventata una terra di nessuno, e cerca di non arrendersi alla rassegnazione.
Resistenza e resilienza sono due parole chiave nella lotta alla mafia. Perché?
Bisogna sentire che si può fare una scelta opponendosi alle logiche della violenza e della sopraffazione, farsi ispirare dai giovani, quelli che vogliono reagire e che chiedono a noi adulti di non tacere.
Costruire il confronto, credere nella possibilità di poter fare la scelta giusta, ribellarsi, per contrastare il silenzio, partecipare, creare e rafforzare il senso di una collettività che sa reagire. Questo è un modo per lottare.
Questo film viene trasmesso questa sera che di fatto è una giornata simbolo. Il 23 maggio per te che sei siciliana cosa significa?
Posso dirti che il 23 Maggio , quel 23 maggio del 1992, il giorno della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Antonio Montanaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo è vivo nella memoria di molti, quindi non è un ricordo sbiadito, non è un evento accaduto, è ben presente, sempre .
Quel momento rimarrà legato a me di quando ero ragazza e rimasi attonita, il ricordo di quando con i miei coetanei ci organizzammo spontaneamente per stare insieme e manifestare il nostro sgomento e la nostra rabbia.
Quel giorno è l’insieme di tante donne e uomini onesti che non voltano la testa da un’altra parte, che hanno ben chiaro il valore della legalità come rispetto del bene comune.
Cosa ti piacerebbe arrivasse al pubblico di “Mascaria”?
Questo film può essere un modo e un contributo nel raccontare storie di uomini e di donne che diventano esempi, lasciano un segno di cui dobbiamo custodire il valore.
Bisogna continuare a parlarne, far sì che queste storie diventino memoria per tutti, anche per sollecitare le istituzioni, perché le iniquità si combattono sostenendo e dando voce a chi rischia in prima persona per un bene comune, in questo caso quello della legalità e della libertà