Francesco Panarella in “Mare Fuori 4”: «Ho imparato a godermi il viaggio della vita grazie alla batteria e alla recitazione»
Gli eventi lo spingono a sperare di poter affiancare Rosa nel clan Ricci diventando un camorrista. La relazione segreta con Milos tuttavia rischia di mandare i suoi piani in fumo anche per l’ostilità che il fratello, che ha scoperto tutto, non perde occasione di dimostrare.
Questo è Luigi Di Meo detto Cucciolo, un personaggio che stiamo conoscendo sempre di più nella fortunata serie tv che tiene incollati milioni di spettatori, ovvero “Mare Fuori“, giunta alla sua quarta stagione.
A vestire i ruoli di questo ragazzo troviamo un intenso Francesco Panarella, un giovane molto promettente alla sua prima esperienza televisiva con un passato da musicista.
Ne abbiamo parlato con lui.
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Questa fiction è il vero grande debutto sul piccolo schermo. Come ti senti? Ti aspettavi tutto questo successo?
Non mi aspettavo nulla di tutto ciò che sta accadendo. Continuo ad essere me stesso. Il mio lavoro e quello dei miei colleghi è fatto di pubblico e quando quest’ultimo ne è contento non possiamo far altro che esserlo anche noi.
I complimenti sono sempre gratificanti. Sono un ragazzo piuttosto introverso e timido e non è stato affatto semplice andare incontro alla popolarità di una serie tv che, anche prima del mio arrivo, è già così tanto amata.
Le aspettative su di me erano alte, io ho cercato di fare del mio meglio.
Tu hai un passato da musicista. Suonare la batteria cosa ti ha insegnato?
Dal punto di vista tecnico molto, ma anche dal punto di vista umano. E’ parte di me, è nel mio DNA. Ho cominciato da piccolissimo e mi sono innamorato subito di lei.
Purtroppo la situazione del mio polso ha portato a interrotto per circa due anni questo legame ma fortunatamente pian piano sto ricominciando. La batteria mi ha insegnato a perseverare, a sudare, a piangere, a ridere, a perdere quello che si ama e a trovare il proprio posto nel mondo.
La vita è un soffio e dobbiamo tutti a goderci il suo viaggio; io l’ho imparato grazie alla batteria e alla recitazione.
Perché poi proseguire con la recitazione?
E’ stata lei a dire sì a me. Sono sempre stato un grande appassionato di arte, ho sempre amato il cinema, sin dalle recite alle elementari. Essere attore mi permette di vivere altre vite, tante emozioni diverse ed è meraviglioso poter vestire i panni di altri quando ho difficoltà a trovare me stesso.
Cucciolo, il tuo personaggio: come ti sei avvicinato a lui?
Ho subito pensato che ne avesse passate tante. La vita per lui non è stata affatto semplice, ma ha sempre avuto il suo lato sensibile e fragile, tantissime sfaccettature.
Cucciolo mi ha permesso di fare un viaggio interiore in me stesso e mi ha permesso di tirare fuori la sofferenza, il dolore e i sensi di colpa.
Come lo descriveresti?
E’ umano. Non si vergogna di essere se stesso, è cristallino, non si nasconde dietro alla parole e ai sentimenti. E’ affidabile, lungimirante, coraggioso e protettivo. Sa amare, nonostante la sua giovane età. Reagisce solo se viene attaccato. Sa cos’è il rispetto.
Cucciolo è costretto a ricorrere alla violenza per farsi rispettare. La violenza per lui è l’unico strumento?
Assolutamente no, ne fruisce solo quando questa viene contro di lui. E’ un ragazzo coerente e leale. Non agisce mai per secondi fini, è trasparente.
L’amore che ruolo gioca nella sua vita?
E’ la colonna portante e il motore di tutto. Ha amore per il fratello, per il compagno che non c’è più, per i suoi amici e per sua madre nonostante tutti il dolore che ha causato.
Riuscirà a trovare il suo Mare Fuori?
E’ il mio augurio per lui. E’ in continua evoluzione. Di fatto è la vita stessa, con i suoi pro e i suoi contro perché di questo è fatta l’esistenza dell’essere umano, ovvero di gioia e dolore, di forza e fragilità.