Filippo Luna in “Màkari 3”: «Il mio Randone è piuttosto pasticcione nel risolvere i casi»
Saverio Lamanna, il nostro sbirro di penna, insieme all’amata Suleima e al formidabile Piccionello, dovrà affrontare nuovi casi di omicidio, che hanno al centro la terribile faida fra due sue ex fidanzate, un mistero che affonda le radici nella tragica storia di Gibellina, un antico amore di Marilù che viene ucciso nel corso di un festival letterario e un presunto incidente all’interno di un bellissimo centro termale.
Non saranno solo questi delitti a mettere alla prova il nostro Lamanna. Mai come adesso Saverio e Suleima scopriranno che l’amore funziona proprio come la chimica: ci sono elementi che hanno una naturale capacità di attrarre e legarsi ad altri elementi e quando lo fanno distruggono i precedenti legami con altre sostanze.
Con loro troviamo anche il vicequestore Giacomo Randone, nemico e amico dello scrittore.
In questo ruolo per una della fiction più brillanti come “Màkari 3” troviamo Filippo Luna (ph. Valentina Glorioso e Valerio Casari), interpreti tra i più intensi del panorama italiano.
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Filippo, partiamo da questa nuova avventura televisiva. Cosa ti ha portato a dire sì a questa terza stagione?
Si tratta di un progetto a cui sono molto affezionato. Il mio è un personaggio che mi sento addosso e che mi calza a pennello. La squadra di lavoro è ottima. La terza stagione permette Randone di crescere ulteriormente.
Cosa segna il successo di questa fiction per te?
Ci sono diversi punti di forza. I personaggi sono come amici della porta accanto, il pubblico vuole loro bene. La regione Sicilia è un’altra bellissima componente. I temi vengono affrontati con leggerezza: l’intreccio amoroso si unisce al crime.
Quella che vediamo è una serie tv che è alle porte della primavera che anticipa l’estate e la voglia di vacanza.
Tu sei Giacomo Randone. Come lo descriveresti?
E’ integerrimo per l’etica professionale. E’ un uomo molto radicato nella sua terra, un vero siciliano. E’ piuttosto pasticcione nel risolvere i casi, motivo per cui l’aiuto di Saverio è fondamentale.
Per lui cosa vuol dire far parte della Polizia di Stato?
Ci tiene moltissimo. Ha la schiena dritta e ne va fiero. Aspira ai grandi uomini di legge che hanno fatto grande questa terra, persone come Falcone e Borsellino. E’ legato al suo territorio e al senso di giustizia.
E Saverio Lamanna per lui chi è?
C’è un legame consolidato, nonostante i continui scontri. Lamanna non era ben visto ma poi diventa il braccio destro del questore, visto il suo fiuto per le indagini. Se c’è un morto, oltre a Randone, arrivano Lamanna e Piccionello.
Macari e la Sicilia, per te cosa rappresentano?
Casa mia. Ho scelto di viverci. La serie tv è stata la perfetta occasione per avvicinarmi alla serialità. La collaborazione con Palomar si è rinnovata.
Sei un attore che il pubblico sta ammirando sempre di più, ma cosa vuol dire per te vestire i panni di altri?
E’ sempre una sfida. Normalmente do qualcosa al personaggio e lui da qualcosa a me. Sono pienamente consapevole della responsabilità che ho nell’entrare nelle case
Perché hai scelto questo mestiere?
Non lo so bene nemmeno io, è stata una scelta istintiva. Ho sempre avuto molta curiosità. Non potevo far altro che questo.
Meglio essere un buono o un cattivo?
Dipende. I cattivi hanno sempre fascino anche perché raccontano il lato oscuro di ciascuno di noi. I buoni invece hanno i loro vantaggi. Cerco sempre di trovare sfumature nuove in condizioni simili per quanto riguarda un personaggio.
E l’emozione?
Se fai questo mestiere, è fondamentale. E’ benzina per questo mestiere ma anche per la vita.
Cinema, tv e teatro, cosa preferisci?
A me piace dare verità alle cose che faccio, non mi importa del mezzo. Amo questo mestiere che mi permette di variare.
I tuoi prossimi progetti?
Sarò in teatro con “L’arte della commedia” di Fausto Russo Alesi, uscirà la serie tv per Sky “L’arte della gioia” di Valeria Golino e uscirà al cinema “Iddu” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.