Viviana Colais al cinema con “Romeo è Giulietta”: «In questo film, ci sono la speranza e il sorriso, non il giudizio»
Sguardo dolcissimo e viso pulito, Viviana Colais è un’attrice che in questi ultimi anni stiamo vedendo molto e che il pubblico sta ammirando sempre di più.
Tra il 2014 e il 2022 ha preso parte a serie tv di successo come “Immaturi”, “L’allieva” e “Tutto può Succedere” e al cinema nei film “Il talento del calabrone” di Giacomo Cimini , “La Pioggia che non Cade” e “Per tutta la Vita” di Paolo Costella.
Dal 14 febbraio la stiamo vedendo in sala con “Romeo è Giulietta”, film diretto da Giovanni Veronesi e distribuito da Vision Distribution con Sergio Castellitto, Pilar Fogliati, Domenico Diele, Serena De Ferrari e Maurizio Lombardi.
La più grande storia d’amore torna ad emozionarci ancora ma in modo del tutto nuovo.
Ne abbiamo parlato con lei.
***
Viviana, innanzitutto perché hai detto sì a questo film?
Per Giovanni Veronesi. Quella che vediamo al cinema è una commedia dolce e amara come solo lui può raccontare. La sua chiamata dopo anni è stato un bellissimo regalo. Ero contenta di fare una bella commedia, il cast era strepitoso. Pilar Fogliati è stata stupenda, eclettica e divertente. Sergio Castellitto è un’icona di bravura, gentile e che ti permette di assorbire la sua arte.
Tu interpreti Fiorella, come la descriveresti?
E’ una casting director rampante e in carriera. E’ colei che scegli attori e con loro si mostra sicura di sè, non fa loro sconti. Vicino al regista Federico si dimostra succube, imbranata e goffa, lo compiace e ne è affascinata. Per il suo lavoro, ha rinunciato alla sua vita privata.. E’ una donna di classe e di un buon tenore di vita. Vorrebbe dire la sua ma non sempre può. E’ una donna fragile in realtà.
Cosa ti ha colpito di questo personaggio?
Esistono più versioni di noi stessi, ognuno è un universo. Anche Fiorella. E’ infatti una grande professionista che però si sgretola davanti al regista. Dietro al suo lavoro nasconde la sua umana fragilità.
Quello che portate sul grande schermo è una commedia sull’amore ma anche sul timore che tutti i sogni possano svanire, sul desiderio di trovare il proprio posto nel mondo, sulla precarietà e sul teatro. Quanto è importante unire il sorriso alla riflessione?
Certi temi con la loro drammaticità non possono essere colti da tutti. Ecco perché gli stessi temi possono essere raccontati con la delicatezza del sorriso, ben accolto dalle persone che poi rifletteranno su quanto hanno appena visto. Il modo con cui si racconta una storia è molto importante. In questo film, ci sono la speranza e il sorriso, non il giudizio.
Com’è stato essere diretta da Giovanni Veronesi?
Mi sono divertita tantissimo. Giovanni lascia la possibilità agli attori di esprimersi e di improvvisare, fornisce anche linee guida. Si fida dei suoi interpreti. Il clima è stato armonico, divertente e umano. Mi sono sentita accolta e protetta.
Cosa speri arrivi del film?
E’ bellissimo il ritorno alla commedia sentimentale, non sterile ma che racconta con il cuore. Toccare temi così reali ma con il sorriso è qualcosa che fa bene a tutti noi.
Nuovi progetti?
Sono a teatro fino al 3 marzo con “Che disastro di commedia”. Uscirà “Protezione civile” su Rai2 di Marco Pontecorvo.