Sofia Panizzi in sala con Ginevra Elkann e Saverio Costanzo : «Il cinema è tutto per me»
Roma, durante un’insolita ondata di caldo… in pieno inverno. Gianna vive nell’ossessione di Pupa, la pornostar che non si è fatta scrupolo di fare sesso con i mariti delle altre.
Sua figlia Mia, che si mantiene facendo la badante di un’anziana nobildonna e ha un rapporto bulimico col cibo, cerca di far rispettare alla madre l’ordine restrittivo emanato affinché non continui a stalkerizzare Pupa.
Caterina deve convivere con un altro tipo di ordine restrittivo, quello che il suo ex marito ha ottenuto per tenerla lontana dal loro figlio Max, poiché Caterina ha un passato di alcolizzata che cerca di superare grazie agli incontri organizzati in parrocchia da un prete italo americano.
Ma anche padre Bill ha la sua dipendenza, quella della droga, e l’arrivo di sua sorella Fran dagli Stati Uniti per gettare le ceneri della loro madre in un cimitero acattolico farà tornare a galla per entrambi un passato traumatico.
Questo e molto altro racconta “Te l’avevo detto” in sala dal 1 febbraio – di Ginevra Elkann che racconta una rete di rapporti famigliari disfunzionali, di disturbi alimentari e di ossessioni malsane ambientato nell’ambiente sociale che conosce meglio, quello dell’alta borghesia.
Nel cast troviamo Sofia Panizzi, una giovane promessa del nostro cinema. La troveremo anche in “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo nel ruolo di Iris dal 14 febbraio al cinema.
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Sofia, sei con ben due film importanti in uscita al cinema. Come ti senti?
Posso dirti che sono molto critica con me stessa, motivo per cui cerco sempre di stare tranquilla nonostante sia molto felice di quello che sto vivendo. Sto cercando di godermi questo momento il più possibile.
Partiamo da “Te l’avevo detto”. Cosa ti ha portato ad accettare questo film?
Il desiderio di fare l’attrice. Ho iniziato per gioco, per passione, per un di più ma poi è cambiato qualcosa. Nel film, ogni personaggio è al limite ed è stata un’opportunità pazzesca.
Il film affronta due grandi problematiche molto serie. Da un lato una crisi climatica che sta trasformando giorno dopo giorno, incessantemente e inesorabilmente, il mondo che abbiamo conosciuto. Da un altro lato i disturbi alimentari, un male purtroppo ancora troppo comune tra i giovanissimi. Come ti confronti con entrambi?
Il film è la fotografia di quello che purtroppo sta accadendo, i personaggi coinvolti sono distrutti da un caldo fortissimo. Guardo al futuro con molta preoccupazione, cercando di fare del mio meglio per cambiare le cose. Per quanto riguarda i problemi alimentari, posso dire che è un’altra grande problematica che riguarda tutti, non solo il mondo femminile e l’estetica.
Tu sei Mila. Come la descriveresti?
E’ una ragazza che ha perso da poco il padre che aveva tradito sua madre. Ha 23 anni. E’ una sorta di infermiera per una signora anziana con cui condivide la casa, c’è tanto affetto tra le due. E’ una giovane sola che, quando prende coscienza della sua solitudine e ha una serie di problemi da risolvere, chiede aiuto all’unico ragazzo che le è vicino e che lei non aveva mai visto veramente. Ha la speranza di farcela.
Nel film, i protagonisti sono costretti a fare i conti con tutto ciò che avevano rimandato nel corso della vita. Oggi, è meglio rimandare o affrontare?
Meglio affrontare, anche se questo richiede fatica e tanto sforzo, perché i benefici si vedranno.
Affianchi Valeria Bruni Tedeschi. Cosa ti ha insegnato quest’attrice?
All’inizio ero spaventata ma poi non più. E’ un’attrice che vive tutto sulla sua pelle in maniera intensa, si fa travolgere dalle emozioni con coraggio.
A metà febbraio arriva anche il nuovo film di Saverio Costanzo con un cast internazionale (Willem Dafoe, Lily James, Joe Keery). Che esperienza è stata?
E’ stato surreale ma bellissimo. Inizialmente non sapevo chi fosse il cast ma poi ne sono stata felicissima.
Tu sei Iris. Com’è questa donna?
Partendo da “Bellissima” di Visconti, sono la sorella maggiore di Mimosa che è una grande appassionata di cinema. E’ una ragazza ingenua con uno sguardo sognante nei confronti del cinema, ne rimane ammaliata dalla forma. E’ molto legata alla sorella.
Il pubblico ti conosce grazie a fiction di successo ma per te quest’ultimo cosa rappresenta? E il cinema cosa rappresenta per te?
Mi piace molto guardare le serie tv, anche quelle straniere. Al cinema vado spesso, anche da sola per riflettere e uscire dalla mia quotidianità; è tutto per me. Faccio un’attenta distinzione sui ruoli che mi vengono proposti piuttosto che sul mezzo.
Nuovi progetti?
Sarò in teatro con Giovanni Scifoni in “Aggiungi un posto a tavola” di Marco Simeoli.