YANNICK – LA RIVINCITA DELLO SPETTATORE dal 18 gennaio al cinema
Presentato al Torino Film Festival 2023 e al Locarno Film Festival, arriva nelle sale italiane “Yannick – La Rivincita dello Spettatore“, la nuova follia cinematografica del regista di culto Quentin Dupieux.
Siamo in un teatro parigino, dove va in scena una pièce mediocre intitolata Le Cocu (Il cornuto): tre soli attori sul palcoscenico, una donna e due uomini che se la contendono, dentro una cucina dimessa.
All’improvviso Yannick, guardiano notturno con un evidente esaurimento nervoso in corso ferma lo spettacolo. Si aspettava di svagarsi dalle sue preoccupazioni, ha preso un giorno di ferie, si è fatto sostituire da un collega, ha impiegato un’ora, tra metrò e camminata, per arrivare, insomma, si è dato parecchio da fare, e adesso si sta annoiando.
Vorrebbe chiedere conto all’autore del testo, ma non c’è e allora se la prende con gli attori, specialmente quello che con tutta evidenza è il leader del trio, mentre la collega biondina sembra disposta a tutto per uscire dall’impasse e il più mite del terzetto dall’alito pestilenziale rimane più che altro a guardare.
Dopo un’escalation verbale travolgente, Yannick estrae una pistola e “prende il controllo” della situazione. Scriverà lui una pièce divertente, con il computer prestato da uno spettatore, che i tre metteranno in scena seduta stante per il pubblico, tenuto in ostaggio, ma anche divertito e, a tratti, complice.
Di fatto quasi nessuno lascia la sala e si arriva addirittura a soddisfare i bisogni corporali sulla moquette. Dupiex commenta così la sua ultima opera: “Il 99% dei film è noioso. Questo non lo è”.
Scritto, diretto e montato dallo stesso regista, il film ha ricevuto il Premio Europa Cinemas Label come miglior film europeo. Sempre più prolifico e condannato a inseguire e superare il suo stesso eccesso, Quentin Dupieux si prende con Yannick una piccola pausa dalla frenetica follia che ha contraddistinto la sua produzione registica fin dai tempi di Doppia pelle.
Dietro le performance istrioniche e l’intento dichiarato si cela, neppure troppo nascosto, un discorso alto e filosofico sulla società contemporanea, incapace di ascolto, frammentata e bisognosa, voyeuristica e ipocrita, in un ultima analisi, la necessità di ricompattarsi attorno a un’idea o meglio un’emozione.