Valerio Santoro

Valerio Santoro  al cinema con “Il paese dei jeans in agosto” e in teatro con “A che servono questi quattrini”

Valerio Santoro

A che servono questi quattrini” è una commedia di Armando Curcio messa in scena per la prima volta nel 1940 dalla compagnia dei De Filippo con grande successo di pubblico.

La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo detto il Professore che per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro.

Il protagonista, a metà strada tra un filosofo stoico e un astuto truffatore, non voleva, né poteva, mirare al bersaglio della Grande Economia ma certo l’ordito della sua trama e delle sue paradossali speculazioni sollecitano anche in noi uno sguardo disincantato (e saggio) sugli inganni della categoria dell’ECONOMICO, che tutto, oggi, pervade.

Il Marchese offre tutto il suo appoggio, dando il suo sostegno speculativo, a Vincenzino, ricco solo del suo entusiasmo e della sua ingenuità e lo aiuta a capovolgere il suo destino di ultimo accompagnandolo in una rapidissima ascesa sociale.

Una favola? Un sogno ad occhi aperti? Può darsi. Lo spettacolo torna in scena con la regia di Andrea Renzi dal 13 al 17 dicembre al Parioli per poi andare allo Stabile di Verona e vede tornare in scena Valerio Santoro, attore molto stimato dal pubblico.

L’interprete è anche al cinema con “Il paese dei jeans in agosto“, opera prima di Simona Bosco Ruggeri, una commedia che racconta il cortocircuito fra i social e la socialità in una piccola provincia meridionale passata dall’isolamento alla connessione spinta dei nostri anni.

Lo vediamo infatti nel ruolo di don Martino. Ne abbiamo parlato con lui.

 

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Valerio Santoro

Valerio, partiamo dal teatro. Cosa ti ha portato ad accettare “A che servono questi quattrini”?

E’ un progetto a cui tenevo molto. Nasco come attore con Luca De Filippo. Ho partecipato a molti spettacoli che fanno parte della tradizione napoletana e sono grato di questo. Curcio parla in maniera illuminata di un tema che è sempre attuale, ovvero quello del denaro.

 

Come descriveresti il tuo personaggio?

Vincenzino è un bambinone, un sognatore, un innocente, un innamorato della vita, un buono. E’ un piccolo grande faro di umanità.

 

Valerio Santoro

Portate in scena tematiche come l’inutilità del denaro e della dannosità del lavoro degli anni ’40. Cos’è cambiato oggi rispetto ad allora?

I social network ci portano soltanto ad apparire, mettendo molta distanza con la realtà. Un tempo non c’erano questi strumenti, ci occupava maggiormente delle cose semplici dell’esistenza. Oggi è più difficile vivere.

 

Tu e il palcoscenico: amore a prima vista?

Assolutamente sì. E’ un “virus” che una volta preso non ti molla più. E’ anche una via per uscire dalla quotidianità.

 

E la recitazione in generale?

Ho deciso di imparare a svolgere questo mestiere. Mi ero iscritto a una scuola di recitazione a Napoli per poi essere preso dopo un provino. Ho iniziato e non ho più smesso. Ho imparato il mestiere sul campo.

 

Sei anche al cinema con “Il paese dei jeans in agosto”. Cosa ti ha portato a dire sì all’opera prima di  Simona Bosco Ruggeri?

E’ merito della mia agente, oltre che per l’empatia, la determinazione della regista e il suo punto di vista molto originale su una tematica molto attuale come quella dei social. Mi sono interessato al film e ho continuato.

 

Tu sei don Martino. Che tipo di uomo è?

Un po’ come me. E’ positivo, autentico e simpatico. Cerco sempre nei personaggi che interpreto di portare un po’ di me stesso.

 

Valerio Santoro

Altri temi molto attuali: meglio l’isolamento o la totale connessione?

La verità sta nel mezzo, se ne deve fare il giusto uso per evitare di esserne fagocitati.

 

Nuovi progetti?

Sarò in teatro con “Il malloppo” di Francesco Saponaro, uscirà al cinema “Qui staremo benissimo” di Renato Giordano e su Rai2 uscirà un film in due puntate.

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.