Beatrice Schiaffino in “Do Ut Des” al cinema: «Chiunque di noi può essere vittima di violenza»
“Io do affinché tu dia”, dare solo per ricevere in cambio qualcosa che bramiamo. È proprio questo che rende Leonardo un imprenditore di successo.
La sua storia si intreccia con quella di Francesca, studentessa universitaria e modella part time che, sebbene diffidente verso gli uomini a causa di un passato che continua a seguirla, è attratta da lui.
Questo suo essere sfuggente alimenta il desiderio che ha per lei Leonardo, tanto da diventare un’ossessione. Fino a quando nella vita dell’imprenditore non entra Emanuelle, una scrittrice che sta portando avanti un esperimento sulla sessualità.
Leonardo, Francesca ed Emanuelle si ritrovano quindi legati da un triplice filo che attorciglia le sue spire attorno alle loro vite, creando una ragnatela che li imprigiona in un gioco sadico, nel quale ogni certezza viene messa in discussione perché a volte rischiare tutto ha un prezzo troppo alto da pagare.
Prodotto da Marco Gaudenzi, Pierpaolo Marcelli e Giovanni De Micco per Flat Parioli e TNM Produzioni è al cinema “Do Ut Des“, diretto da Dario Germani e Monica Carpanese.
Tra i protagonisti troviamo Beatrice Schiaffino, la quale proprio per il film si è aggiudicata al Festival di Dubai il premio come miglior attrice in un ruolo drammatico.
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Beatrice, cosa ti ha portato a dire sì a questo film?
La curiosità verso un personaggio molto sfaccettato e molto lontano da me eppure vicino sul piano della ferita emotiva perché trattiamo di un argomento che può riguardare ogni donna.
Come ti sei preparata per il ruolo di Emanuelle?
E’ stata una bella sfida perché ho cercato di indagare sui suoi sentimenti, sulle sue decisioni e sulle sue scelte. Ho tentato di capire la sua rabbia e come si evolve, sentendo il suo dolore.
Come la descriveresti?
E’ una scrittrice di successo, una donna di mondo, forte, seducente, ambivalente. Nasconde l’ombra del rancore. E’ lucente e coraggiosa ma è fortemente fragile, umana e temibile.
Per lei cos’è l’amore?
Lo vorrebbe ma sente di non poterlo avere, è qualcosa che le è proibito perché è stata troppo ferita.
Lei e Leonardo?
Usa le sue stesse armi per vendicarsi in una spirale crescente di rabbia e seduzione. Lei è consapevole di ogni passo di Leonardo.
Questo film viene definito un revenge movie al femminile. Sei d’accordo?
Assolutamente sì. E’ una perfetta vendetta femminile psicologica. Raccontiamo la violenza di genere in più declinazioni.
Cosa ti auguri arrivi del film?
Una sensibilizzazione sulla violenza di genere e tutte le relative conseguenze. Chiunque di noi può essere vittima di violenza, anche se può non sembrare.
Nuovi progetti?
Arriverà al cinema “Fobia” di Antonio Abbate e tornerò a teatro con “La papessa” e “L’imperatrice”.