Gianni Rosato
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Gianni Rosato in “Do ut des”: «La violenza contro le donne ha molte forme»

Gianni Rosato

Francesca è una studentessa e una modella part time, il suo doloroso passato le ha insegnato ad essere cauta e diffidente con gli uomini, ma quando conosce Leonardo non potrà che farsi travolgere dalla determinazione di lui.

Poi di colpo la storia si interrompe in maniera inquietante, siamo proiettati nel futuro, esattamente un anno dopo, e di Francesca non c’è più traccia.

Leonardo continua la sua consueta vita da imprenditore di successo finché un giorno, in un ristorante, conosce Emanuelle, una spregiudicata scrittrice che sta facendo ricerche sulla sessualità.

Leonardo, nel tentativo di sedurla, le farà da cavia per un esperimento, ma non ha minimamente idea di cosa Emanuelle abbia in mente per lui.

Questo racconta “Do ut des“, il film che è uscito il 4 maggio al cinema. Tra i protagonisti troviamo Gianni Rosato, attore che abbiamo visto in serie tv come “Viola come il mare, “La fuggitiva”, “Che Dio ci aiuti”, “Don Matteo” e “Un medico in famiglia”.

Ne abbiamo parlato con lui.

 

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Gianni, cosa ti ha portato a dire sì a “Do ut des”?

Ricordo molto bene sia l’arrivo della richiesta del selftape da parte della produzione, sia poi i lunghi provini in presenza.

In cuor mio sin dalla primissima lettura delle scene da preparare per il casting, ho sperato di prendere quel ruolo. Un ruolo così diverso e cosi lontano da me. Nulla di Leonardo, cosi si chiama il mio personaggio, mi appartiene o mi somiglia.

Quindi, la voglia di mettermi in gioco, la voglia di fare un bel film, il primo da protagonista, il tutto subordinato a tanta paura, paura di sbagliare, paura del personaggio stesso. Sai, quando non sei un attore “famoso” il rischio di fare il film sbagliato è dietro l’angolo.

Non è questo il caso, anzi, devo dire che la sceneggiatura è talmente bella, la storia tanto ricca di colpi di scena ed emozioni che il mio istinto mi ha fatto dire immediatamente di si.

Se proprio vogliamo dirla tutta – facendo riferimento ad una delle tante recensioni super positive ricevute – in una c’è scritto che “Do ut des” è la dimostrazione che il grande cinema di genere che si faceva un tempo in Italia e per il quale siamo diventati cult nel mondo è ancora possibile, l’importante è maneggiarlo con intelligenza e cognizione di causa.

Evviva chi ha il coraggio di osare con intelligenza come ha fatto Flat Parioli per questo progetto cinematografico.

Gianni Rosato

Ci spieghi il titolo del film?

Deriva dal latino e significa “Io do affinché tu dia”, dare qualcosa solo per ricevere in cambio qualcosa che bramiamo. È proprio questo che rende Leonardo un imprenditore di successo, dimenticando che a volte però rischiare tutto ha un prezzo troppo alto da pagare.

 

Tu sei Leonardo. Come lo descriveresti?

E’ un imprenditore quarantenne, un uomo potente, di successo, che vive tra Milano e Budapest, ma soprattutto un “femminaro pieno di grana”. E’ un narcisista, convinto che il mondo sia ai suoi piedi.

Caratterialmente è un voltafaccia, a tratti viscido nel senso che, come si vedrà nel film, pur di ottenere ciò che vuole o peggio, chi vuole, è disposto a fare di tutto, a volte anche stalkerizzare col sorriso sulle labbra la sua preda! Un individuo apparentemente per bene, ma in realtà poco raccomandabile.

Riesce a risultare odioso dalla prima inquadratura, creando una sorta di cortocircuito con lo spettatore che si trova a seguire come protagonista un personaggio tanto spregevole.

 

Chi sono Francesca ed Emanuelle?

Francesca, interpretata da Ilaria Loriga, è una studentessa universitaria e modella part time che, sebbene diffidente verso gli uomini a causa di un passato che continua a seguirla, è attratta da Leonardo.

Questo suo essere sfuggente alimenta in lui un desiderio tanto grande da diventare un’ossessione. Emanuelle invece, interpretata da Beatrice Schiaffino, è una scrittrice che sta  portando avanti un esperimento sulla sessualità.

E’ una donna misteriosa che esprime sensualità ed erotismo. Michal, che interpretato da Luca Avallone, è il migliore amico di Leonardo.

Un uomo viscido a sua volta, che gli sta accanto solo per raggiungere i suoi scopi e perché no, vivere la sua vita allo stesso modo in cui la conduce Leonardo.

Gianni Rosato

Cosa rappresenta l’amore per Leonardo?

Nella vita di Leonardo l’amore è solo nei confronti della giovanissima figlia ribelle, unica che riesce a tirargli fuori questo sentimento.

Le donne le usa, con loro ci si diverte e basta, non contano nulla. Per lui una quarantenne può essere tranquillamente sostituita con due ventenni. Essendo un egocentrico narcisista, ha amore solo per se stesso.

 

Questo film viene definito un crudo revenge movie psicologico contro la violenza di genere. E’ così?

Si, si tratta di un revenge movie psicologico, è tanto forte infatti e lo vedrete nel film il potere che Leonardo esercita non solo sulle donne ma su chiunque gli stia intorno.

E’ un film che per la storia e le tematiche raccontate, ne denuncia la violenza sulle donne e la violenza di genere. Nel film, Leonardo, Francesca ed Emanuelle rimarranno imprigionati in un gioco sadico, nel quale ogni certezza verrà messa in discussione e il prezzo da pagare sarà alto.

 

Gianni Rosato

Cosa ti piacerebbe arrivasse del film?

C’è un messaggio molto importante che vorrei passasse:  la violenza contro le donne ha molte forme e non solo quella da noi raccontata.

Esiste la violenza fisica, sessuale, emotiva, pubblica, privata, online, subita da uno sconosciuto, da un partner o da un familiare. Indipendentemente da questo, le conseguenze sulle donne sono le stesse, la mascolinità tossica guida la violenza contro le donne.

Gli uomini, le cui convinzioni e comportamenti rafforzano il dominio maschile e la disuguaglianza di genere, hanno maggiori probabilità di sottoporre a violenza le loro partner.

Mi piacerebbe che si investisse nei movimenti delle donne perché è importante. Un movimento femminista forte e autonomo è un fattore cruciale per guidare il cambiamento delle politiche sulla violenza di genere ma le organizzazioni per i diritti delle donne vengono spesso messe a tacere negli spazi decisionali.

Aumentare i finanziamenti a lungo termine alle organizzazioni per i diritti delle donne è fondamentale per trovare soluzioni efficaci. Infine, mi piacerebbe che il pubblico apprezzasse il lavoro fatto da tutti noi, perché davvero, ci siamo confrontati con dei personaggi davvero difficili.

 

I tuoi prossimi progetti?

Attualmente è in post produzione un film girato in Sardegna tra Cagliari e Roma, si tratta di un progetto prodotto da Welcome Film e realizzato in collaborazione con la Film Commission.

Sarò uno dei coprotagonisti ed è una storia completamente diversa da Do ut des, ma non posso svelare nulla, lo vedrete presto in sala e spero vi piaccia perché noi tutti anche questa volta, ci abbiamo messo tutto l’impegno e il cuore per realizzarlo.

 

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Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.