Mariana Porceddu in “Fontana Project”: «Il sogno è la meta da raggiungere»
“Fontana Project” sarà in scena al teatro Vascello dal 26 al 30 aprile. Con il suo stile inconfondibile, Emiliano Pellisari insieme alla prima ballerina Mariana Porceddu, porta in scena uno progetto dedicato all’inventore dello spazialismo Lucio Fontana.
L’armonia della danza, i giochi di luci, il corpo che emerge dallo squarcio, i generi che si uniscono senza soluzione di continuità.
Si tratta di una performance suggestiva e visionaria che lascia lo spettatore immerso nell’incanto del sogno che viene creato dai NoGravity, una compagnia professionale di danza e arti performative sovvenzionata dal Ministero dei Beni Culturali fondata e diretta da Emiliano Pellisari a Roma dal 2005.
Di questo spettacolo e non solo abbiamo parlato con Mariana Porceddu, prima ballerina e co-coreografa dal 2010.
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Mariana, com’è nato “Fontana Project”?
Preferisco far parlare Emiliano a riguardo. «Tutto nasce da due idee diverse, una viscerale e una intellettuale. Sono un amante di Fontana e del suo spazio mistico. Io metto a disposizione uno spazio fisico e teatrale dove agire e Mariana lo trasforma».
Ci spieghi questo titolo?
Tutto ruota intorno a Lucio Fontana; spaziamo nei suoi lavori e concetti che cerchiamo di rappresentare generalizzando tutto quello che ha fatto.
Cosa porti in scena con la tua arte?
I tagli che designano l’infinito, scomponendolo: frammentiamo i corpi dalla tela.
Tu e la danza: quando scocca la scintilla?
E’ nata con me, è la mia natura. L’ho cercata, trovata ed esercitata. L’ho da sempre.
Cosa significa per te danzare?
E’ qualcosa di mistico, un atto sacro, qualcosa che mi fa diventare un’altra me in cui tutto si trasforma. E’ dentro di me ed esce solo sul palcoscenico.
La tua Sardegna ti ha aiutato a inseguire il tuo sogno?
Sono stata molto fortunata. 42 anni fa ho trovato una scuola di danza a Sant‘Antioco con due insegnanti appena diplomati che hanno creduto in me. La mia isola mi ha regalato la libertà, il non appartenere alla grammatica e a un percorso preimposto.
Il valore del sogno per te?
Qualcosa di fondamentale, la meta da raggiungere. E’ qualcosa di magico, andare dritto senza perdersi.