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Fabrizio Ferracane al cinema con “Primadonna” e “Diario di Spezie”: « Essere attore vuol dire  essere dentro al sogno»

Fabrizio Ferracane al cinema con "Primadonna" e “Diario di Spezie”

In una tranquilla cittadina belga, durante un matrimonio, un incontro forse casuale: Luca Treves, chef italiano esperto di spezie, conosce Andreas Dürren-Fischer, apolide, famoso restauratore di quadri fiamminghi.

Dice di essere un gourmet e suo grande ammiratore. E’ così che ha inizio il loro viaggio fra Belgio, Germania e Italia.

Fra spezie, cene raffinate e incontri ambigui, diventa un cammino verso un passato rimosso e al contempo una discesa nel male, che annienta ogni certezza e obbliga Luca a scelte atroci.

Unico appiglio e speranza di salvezza: il diario dove annota osservazioni sulle spezie e ricette, e poi sensazioni, pensieri segreti, confessioni.

Al cinema dal 16 marzo troviamo il noir “Diario di Spezie” con la regia di Massimo Donati, autore dell’omonimo romanzo vincitore del Premio Solinas Giallonero nel 2006.

Nel ruolo di Andreas troviamo un bravissimo Fabrizio Ferracane; non solo in questo film, il noto interprete infatti lo ritroviamo anche in “Primadonna” di Marta Savina nel ruolo di Pietro Crimi, padre di Lia, la giovane donna che ha deciso di scardinare gli stereotipi della Sicilia di quegli anni.

Cinema, teatro e televisione: Fabrizio Ferracane è un attore che spaziato nei ruoli più diversi regalando al pubblico emozioni non da poco. Con lui abbiamo parlato dei suoi ultimi progetti e non solo, facendo anche un “salto” in Sicilia, sua terra d’origine.

 

***

Fabrizio, cosa ti ha portato a dire sì a “Diario di Spezie”?

Sarebbe come dire sì a tutti i progetti a quali ho partecipato fino ad ora. Sentivo una particolare adesione a questo film, una necessità e un’urgenza nel raccontare questa storia.

Il mio personaggio racchiude in sé tante sfumature del male e desideravo indagare su di lui. Inoltre per “Diario di Spezie” avevo la possibilità di comunicare anche in altre lingue diverse dalla mia; lui infatti parla tedesco, francese, olandese e conosce l’italiano.

La scrittura della sceneggiatura era ottima, esattamente come la fotografia.

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Come descriveresti Andreas?

E’ diabolico, viscido, ammaliante, una nuvola di cenere. E’ un solitario con enormi problemi di comunicazione. Costruisce quadri fiamminghi rubati dal tempo e conosce ogni museo esistente.

 

Ti stiamo vedendo in sala anche in “Primadonna” nelle vesti di Pietro Crimi.

E’ un padre di una modernità disarmante. Mi auguro che questo film sia visto da più padri possibili.

Quella che raccontiamo è una grande storia piena d’amore e di ascolto e oggi ne siamo sempre più sprovvisti.

Vengono portati in alto i valori più sani in una famiglia dove non si corre. Si tratta di un film con una sceneggiatura e una storia molto potenti, oltre che un cast eccellente.

 

Perché deve essere visto questo film?

Siamo abituati a vedere uomo e donna distinti; in realtà l’una è vitale per l’altro, sono esattamente la stessa cosa senza distinzioni, ovvero sono indispensabili l’uno per l’altra e viceversa. “Primadonna” deve essere visto perché parla d’amore.

 

Tu sei siciliano. Cosa rappresenta per te la tua terra e cosa ti porti sempre dietro di lei?

Tutto e niente a dire il vero. E’ una terra che amo eppure mi allontano molto spesso perché detesto l’idiozia e la stupidità di alcune convinzioni: in Sicilia c’è tanta bellezza eppure i più non se ne rendono conto, abbiamo moltissimo senza averne piena coscienza.

 

Hai partecipato a diversi progetti che avevano come tematica quella delle mafie. In che modo l’arte può dire di no alla criminalità organizzata?

Semplicemente raccontandola e accendendo i riflettori su di essa. Per capire da quale parte stare, è fondamentale conoscere il bene e il male, la bontà e la cattiveria.

 

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Per quali motivi hai scelto di fare l’attore?

Essere attore vuol dire indagare sull’animo umano e vivere altre vite, vuol dire essere dentro al sogno e dentro all’arte.

Essere parte integrante dell’incanto vuol dire vivere di quello che si porta in scena. Con questo mestiere posso  corrompere me stesso partendo da me.

 

Quali fini ha l’attore nei confronti del pubblico e della vita?

Con gli spettatori deve essere il più onesto possibile, l’attore deve vivere in quel preciso istante sul palcoscenico e davanti alla telecamera.

Questo mestiere è tutta la mia vita, ogni giorno penso al personaggio che deve prendere vita da me.

 

Il tuo debutto cinematografico è con “Malena” di Giuseppe Tornatore. Cosa ricordi di quel film?

Ero agli inizi, stavo sognando e volevo far parte di quel grande sogno che è il cinema, mi fermavo, respiravo e vivevo. Di Tornatore ricordo al precisione e la cura per ogni dettaglio.

 

Cosa ti porta a dire sì a un progetto piuttosto che un altro?

La storia che vado a raccontare: deve avere un buon profumo e deve lasciare il segno; la meraviglia deve guidare.

 

La parola emozione quale significato ha?

E’ una grande meraviglia. Mai avrei pensato di poter svolgere questo mestiere, eppure eccomi qua.

 

Nuovi progetti?

Mi vedrete in “Gerri” di Giuseppe Bonito su Rai1 e in “Misericordia” di Emma Dante al cinema.

 

 

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Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.