Primadonna
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Manuela Ventura in “Primadonna” di Marta Savina: «Dire No ha un valore potentissimo»

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In occasione della giornata internazionale della donna, è arrivato in sala il film presentato all’ultima edizione di Alice nella Città, dove ha vinto il Concorso Panorama Italia.

Primadonna di Marta Savina – suo primo lungometraggio da mercoledì 8 marzo al cinema – è il ritratto intraprendente di una donna che ci ricorda di lottare contro le leggi imposte dal potere dominante degli uomini.

Lia è una giovane ragazza che reagisce alla più terribile delle violenze con un atto di ribellione che scardinerà le consuetudini sociali della sua epoca.

In un mondo in cui regna la legge del più forte, dove la mafia è radicata e accettata come parte naturale della vita e dove i potenti decidono e i più deboli eseguono, il suo coraggio spalancherà la strada alla lotta per i diritti delle donne.

Tra i protagonisti di questa storia per il cinema troviamo Manuela Ventura (Ph. Giulia Fassina), attrice di grande talento e umanità che abbiamo già avuto modo di conoscere sia sul palcoscenico sia nel piccolo e grande schermo.

Questa volta la vediamo nelle vesti di Sara Crimi.

 

***

Manuela, innanzitutto perché hai detto sì a questo progetto per il cinema?

Questo film è iniziato ancora prima di girare. Sin da subito mi ha colpito il modo in cui è stato scritto, i dialoghi e l’uso della reale lingua siciliana.

Si tratta di un progetto molto profondo. Ci sono stati più incontri tra donne – produttrice, casting, regista e protagonista – che ha portato alla nascita di una forte intesa umana.

Marta Savina ha avuto da sempre uno sguardo attento e ha prestato molta cura per tematiche molto delicate e precise.

La squadra con cui ho lavorato è stata formidabile con un materiale emotivo molto importante.

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Nel film, sei Sara Crimi. Come descriveresti questa donna?

Sono la madre di Lia. E’ una donna che accudisce la famiglia e la casa; sceglie una vita semplice e riservata con il marito e insieme decidono di crescere i figli con i mezzi che hanno a disposizione, ovvero con ciò che la terra offre.

E’ una madre amorevole che è un po’ preoccupata per una figlia molto caparbia nelle sue scelte. Dietro alla semplicità, c’è molta dignità e rispetto.

 

Qual è il suo rapporto con Lia?

E’ una madre che vede crescere una figlia diversa dagli altri; quest’ultima infatti decide di andare a lavorare la terra, nonostante si tratti di un lavoro piuttosto duro e non consono al mondo femminile.

Proprio per questo motivo entrano l’una in conflitto con l’altra: c’è infatti una resistenza da parte della madre e una complicità da parte del padre.

Lia prova costantemente a sperimentare e a non arrendersi per autodeterminarsi ed essere indipendente nei confronti di una società che in quel periodo imponeva precisi stereotipi.

La madre vedrà le scelte della figlia come uno stimolo per crescere.

 

La Sicilia negli anni sessanta?

Si tratta di una società con abitudini precise, con la forte presenza della Chiesa nelle dinamiche di paese e con il forte controllo della criminalità organizzata ma anche di una società che riesce a reagire se viene stimolata a partecipare.

La Sicilia che raccontiamo ha confini piuttosto allargati; godiamo infatti di paesaggi quasi paradisiaci che danno molta serenità. Quella che portiamo al cinema è una storia che supera i confini.

 

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Quella che racconti (e raccontate) al cinema è una potente storia di ribellione e di coraggio. Cosa significa dire No?

Ha un significato molto potente perché vuol dire opporsi al pregiudizio sociale, a chi vuole decidere al posto tuo, a chi vuole rubarti la dignità e la libertà.

Si tratta di un No potentissimo perché spezza le bugie e i pregiudizi nella ricerca della verità, del rispetto verso noi stessi e verso gli altri.

 

Quale significato ha, per te, l’uscita del film in occasione della giornata internazionale della donna?

La data è emblematica perché ci fa riflettere su tematiche delicate e importanti ma la giornata della donna va celebrata non soltanto l’8 marzo, bensì ogni giorno.

Il livello di attenzione va tenuto alto perché è vero che tante conquiste sono stata fatte ma c’è ancora tanto da conquistare.

 

Nuovi progetti?

Ricomincerò con il teatro con “La scattiata” di Salvo Piro.

 

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.