Giuseppe Tantillo in “Mare Fuori 3”: «Il mio Alfredo è vittima della sue contraddizioni»
Alfredo è un giovane avvocato coinvolto in giri malavitosi. Ama la bella vita, le cose costose e le belle donne.
Ed una delle sue conquiste è Silvia, una giovanissima donna di estrazione popolare che conosce in una serata mondana e frequenta per qualche settimana.
Durante questo breve periodo Alfredo la usa come corriere inconsapevole della droga e quando la ragazza viene arrestata, lui sparisce, lasciandola al suo destino, cambiando persino numero di telefono.
Nella nuova stagione di “Mare fuori 3” in Rai 2 lo troviamo indaffarato a gestire clienti ed affari fino a quando in una delle sue visite al carcere non si imbatte ancora una volta in Silvia.
Giuseppe Tantillo (Ph Andrea Ciccalè), volto sempre più noto del piccolo schermo, ha un percorso teatrale da attore e da autore; è l’unico attore in Italia che è anche un autore teatrale premiato.
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Giuseppe, cosa ti ha portato a dire sì alla terza stagione di “Mare fuori”?
Sono entrato a far parte del cast nella seconda stagione con la speranza di una sua crescita nella terza. Non è il classico prodotto Rai, è molto di più.
Nella fiction sei Alfredo. Come ti sei preparato per impersonarlo?
Non è un ruolo semplice. Normalmente parto dalle parole, quelle dette da lui e quelle affermate di altri su di lui, per poi unire il tutto. Non è il classico cattivo, è un uomo molto intelligente.
Come lo ritroviamo in questa stagione?
E’ invischiato nei suoi giri di affari con famiglie malavitose, giri pericolosi. E’ attratto da ciò che vorrebbe la sua compagna per lui ma non ci riesce. Vive un conflitto dentro di sè. E’ un grande insicuro e questa insicurezza la nasconde con comportamenti che sono opposti a quelli che vorrebbe avere.
Come descriveresti il suo rapporto con Silvia?
Sogna un rapporto normale ma è impossibile. E’ vittima delle sue contraddizioni. Non lo giustifico ma mi metto dalla sua parte, cerco di capire il suo punto di vista.
“Mare fuori” è una fiction seguitissima, sia dai più giovani sia dai meno giovani, come te lo spieghi?
Raccontiamo di giovani affacciati alla vita adulta, un’ età interessante e un passaggio fondamentale per diventare uomini. Il tutto è ambientato in un carcere minorile, quindi tutto è amplificato. Si cerca di fare una distinzione tra il bene e il male.
Nella tua carriera, teatro e televisione, perché hai scelto questo mestiere?
Tutto è nato per caso dopo un corso di teatro a scuola. Mia madre mi portava spesso al cinema. Ho incontrato questo mestiere che mi ha permesso di esprimere qualcosa che non avevo ben chiaro. Ho avuto il coraggio di buttarmi..
Cosa trasmette stare sul palco piuttosto che davanti ad una telecamera?
A teatro la risposta è immediata perché il pubblico respira e lo senti; avviene tutto in diretta. Al cinema invece avviene tutto dopo.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Mi piacerebbe vestire i panni di personaggi che hanno fatto cambiare il modo di pensare.