L'amico ritrovato
L'amico ritrovato

“L’amico ritrovato” di  Angelo Savelli: «Ricordare è faticoso ma fondamentale; dimenticare è facile e ci fa stare bene ma solo apparentemente»

L'amico ritrovato

Stoccarda, 1933. Due sedicenni frequentano la stessa scuola. Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è il rampollo di una ricca famiglia aristocratica.

Nonostante le differenze di classe, di cultura e di carattere, tra i due nasce una profonda amicizia che però sarà messa a dura prova dalla spietata ascesa del nazismo. Si trovano, si perdono e poi si ritrovano; una “riunione” amara e liberatoria al tempo stesso.

Il romanzo “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in tutto il mondo con unanime e travolgente successo, diventando anche un film diretto da Jerry Schatzberg.

Il drammaturgo catalano Josep Maria Miró ne ha realizzata un’efficace e toccante riduzione in un atto unico per tre attori, strutturata come una inarrestabile “ricerca del tempo perduto”, provocata nella coscienza del protagonista – ormai emigrato a New York – dall’arrivo di una inaspettata missiva.

Il regista Angelo Savelli ha ricreato per questo tuffo nel passato una sorta di “classe morta”, dove più vivi che mai sono proprio e solo i sentimenti dei due ragazzi, quei sentimenti resi ancor più vividi e toccanti dalle musiche originali composte dal giovane Federico Ciompi.

In occasione del mese della Memoria dedicato alle vittime dell’Olocausto, dal 26 al 29 gennaio 2023 andrà in scena al Teatro di Rifredi di Firenze il capolavoro di Fred Uhlman riadattato dal drammaturgo catalano Josep Maria Miró, tradotto e diretto da Angelo Savelli: “L’amico ritrovato”.

La storia narra la vicenda di un’amicizia, quell’amicizia che dovrebbe unire persone e popoli e che invece viene calpestata dai rovinosi razzismi e nazionalismi che hanno segnato il periodo più buio della nostra storia, il nazismo.

Ne abbiamo parlato con il regista.

 

***

 

Angelo, partiamo dai due protagonisti. Ci racconti chi sono i due sedicenni?

Sono due giovani che stanno crescendo, sono in piena età adolescenziale; hanno bisogno di una guida e di avere dei valori da tenere sempre con sé. Sono sensibili e introspettivi perché ragionano su loro stessi: uno è figlio di un medico ebreo mentre l’altro proviene da una ricca famiglia tedesca.

L'amico ritrovato

Come descriveresti la loro amicizia?

Un’amicizia intensa; condividono la scoperta e la crescita insieme. Cercano di approfondire il senso della vita attraverso la loro intesa; tentano di riconoscersi nell’altro.

 

E la Stoccarda del 1933?

E’ una città refrattaria al crescente clima nazista; non si butta a capofitto nelle ideologie di Hitler ma è pervasa da moti contraddittori. E’ una città ancora accogliente.

 

Lo spettacolo è tratto dal romanzo “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman. Perché portare sul palcoscenico un tale capolavoro? In cosa consiste la sua contemporaneità?

Perché è attuale. Permette di far assistere al rispetto di tutti coloro che sono stati testimoni di una tragedia permettendo di riconoscere le false ideologie del passato. Sostituisce la voce di testimoni che pian piano la vita ci sta togliendo.

 

L'amico ritrovato

“Il teatro specchio del mondo” diceva Shakespeare, anche in questo caso?

Certamente. Il teatro è memoria. Anche oggi i giovani sono in mezzo alle sirene del negazionismo, di nazionalismi e di guerre. la storia insegna ma noi non impariamo niente. L’umanità, cioè lo stare insieme, sembra essere persa.

 

Ricordare e dimenticare cosa significano?

Ricordare è faticoso ma fondamentale; dimenticare è facile e ci fa stare bene ma solo apparentemente: dimenticando, non capiamo la minaccia della perdita.

 

Cosa ti piacerebbe arrivasse della pièce teatrale al pubblico in sala?

Mi auguro che tutti abbiano letto il libro; oltre a questo, vorrei che capissimo quanto sia importante imparare dai nostri errori.

 

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.