Andrea Valagussa
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Andrea Valagussa firma “Black Out” con Alessandro Preziosi: «Niente è come sembra»

Andrea Valagussa

Un gruppo di persone che si ritroveranno isolate in uno sperduto paesino di montagna a seguito di una slavina. La tragedia sarà avvolta dal mistero sin dall’inizio visto che forse si sarebbe potuta evitare.

A stravolgere gli equilibri, sarà la consapevolezza che qualcuno del gruppo non abbia detto tutta la verità. Tra loro, infatti, potrebbe nascondersi un assassino. E se così fosse, chi potrebbe essere la persona che ha intenzione di fare del male agli altri?

È la vigilia di Natale e il distacco di un’imponente slavina isola la Valle del Vanoi impedendo i soccorsi tramite l’unico passo che porta alla valle. Il paese è isolato, l’elettricità saltata, le comunicazioni interrotte.

I clienti del lussuoso albergo nel piccolo ed esclusivo polo sciistico rimangono tagliati fuori dal mondo. In attesa dei soccorsi, senza la possibilità di poter comunicare con il mondo esterno e alle prese con dell’esaurimento delle scorte, scopriranno presto che quella è solo una parte di un più complesso meccanismo ad orologeria.

Un meccanismo che potrebbe esplodere da un momento all’altro. In quella che sarebbe dovuta essere una piacevole vacanza, restano invece intrappolati personaggi con segreti da nascondere.

Vi sono testimoni di giustizia sottoposti ad un programma di protezione e ambigui professionisti pronti a tutto. Il problema è che tra di loro c’è anche un assassino. Un rischio mortale pesa così sui vacanzieri di montagna.

Gli ospiti in vacanza e i residenti si ritrovano a vivere un’esperienza unica che li costringerà a fare i conti con sé stessi e con gli altri. “Black Out” è un mistery-drama ambientato in alta quota, un racconto spettacolare, fatto di suspence, ma anche di sentimenti e umanità.

Coprodotta da Rai Fiction e da Eliseo entertainment con la partecipazione di Viola Film in collaborazione con Trentino Film Commission, la serie tv in onda oggi e domani in prima serata su Rai1, vede protagonista Alessandro Preziosi con Rike Schmid, Marco Rossetti, Aurora Ruffino, Mickaël Lumière, Caterina Shulha e Maria Roveran con la regia di Riccardo Donna.

La penna, tra gli altri, è quella di Andrea Valagussa che oramai ben conosciamo  che ha firmato le migliori sceneggiature di questi ultimi anni in tv.

 

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Com’è nato “Black Out, vite sospese”?

Il progetto nasce da un’idea di Michelangelo La Neve e Valerio D’Annunzio. Io sono entrato solo successivamente per sopperire all’assenza di Michelangelo che purtroppo, nel frattempo si è ammalato e alla cui memoria dedichiamo la serie.

Con noi hanno lavorato Michela Straniero e Peppe Millanta, due giovani autori molto validi e promettenti.

 

Ci spieghi il titolo?

Cosa accadrebbe al mondo se improvvisamente dovesse mancare l’energia elettrica? Questa la domanda che ha dato origine all’idea.

Per scoprirlo abbiamo ambientato la storia in un bellissimo resort in montagna, uno di quelli dove i turisti vanno per festeggiare il Natale, immersi nella neve e nella natura e dove proprietari e dipendenti si dannano l’anima per rendere l’esperienza degli ospiti indimenticabile.

Proprio lì accade l’impensabile, prima una scossa di terremoto, poi una valanga che taglia fuori dal mondo l’albergo e lascia turisti e valligiani isolati e, appunto, senza corrente. Perché non arrivano i soccorsi?

Cos’è davvero successo fuori? Ma soprattutto come resistere e sopravvivere senza telefoni, con viveri contingentati e in una situazione estrema?

 

Protagonista di questa storia è Giovanni. Come lo descriveresti?

Giovanni apparentemente ha tutto: è un broker finanziario, ha una bella famiglia, una vita invidiabile. Recentemente però ha perso la moglie e si è dovuto mettere in discussione.

Se si trova a Vanoi, all’hotel Cima Paradisi, è proprio per fare quella vacanza di famiglia che aveva sempre rimandato.

Apparentemente è questa la sua nuova dimensione, quella di un padre che vuole ricostruire il rapporto con i figli, ma scopriremo presto che la realtà è molto più complessa, e che il percorso che dovrà fare è estremamente più profondo.

Questa, del resto, la caratteristica di tutti i protagonisti della serie, nascondere verità molto diverse rispetto alle maschere che indossano, verità che, complice la situazione estrema, inevitabilmente emergeranno.

Perché scegliere proprio Alessandro Preziosi?

È stato Alessandro a scegliere noi. “A questo punto della mia carriera posso finalmente accettare solo progetti che mi stimolino veramente”, questo ci ha detto al nostro primo incontro.

L’idea di Blackout per nostra fortuna l’ha conquistato e insieme abbiamo cercato di costruire un Giovanni inedito, tridimensionale, anti convenzionale.

Tecnicamente più che un protagonista è l’antagonista della serie e solo un attore poliedrico come Alessandro poteva renderlo amabile e vero, tanto che puntata dopo puntata, impareremo a comprenderlo e perfino a perdonarlo e amarlo.

 

Portate sul piccolo schermo la storia di un gruppo di persone che si ritrovano in una sorte di incubo, anche se inizialmente sembrava una piacevole vacanza. Cosa accade?

È un evento esterno a cambiare improvvisamente il destino di tutti, una valanga che quasi miracolosamente lambisce l’albergo, lasciando tutti vivi, ma tagliandoli fuori dalla civiltà.

Apparentemente una tragedia, ma forse l’occasione che il destino dà a ognuno di loro per ritrovare sé stessi. Esattamente come Giovanni, anche gli altri personaggi nascondo infatti segreti e difficoltà, anche loro saranno messi spalle al muro e costretti a mostrare chi sono veramente e a prendere in mano la propria vita.

L’essere rinchiusi in un albergo li porterà non solo a conoscersi tra loro ma anche a conoscere sé stessi. È così?

Esatto. Ognuno di noi mostra agli altri la parte migliore di sé, la maschera. La situazione estrema costringe i nostri personaggi a condividere con gli altri anche quella parte che di solito si tiene nascosta, quella delle fragilità, delle paure.

Ma c’è una parte ancora più intima che nascondiamo anche a noi stessi, l’anima. L’avventura che vivranno i nostri protagonisti farà emergere anche quest’ultima e li metterà di fronte a un bivio tra crescere o perdersi per sempre.

Un tema molto caro in questa serie tv è quello della solidarietà. Quanto questa fa parte della vita dei personaggi che portate in scena?

“È quando credi di aver perso tutto che puoi ritrovare te stesso”, questo il lancio della serie. In una situazione estrema ognuno cerca di salvare sé stesso e i propri cari, ma è solo unendosi e facendo squadra che possiamo davvero salvarci tutti.

Quanta vita c’è all’interno di quell’albergo?

L’albergo è un microcosmo, un contenitore di storie e situazioni profondamente diverse, odi, ripicche, passioni, amori, tradimenti.

Ci sono coppie nuove che si formano, ex coniugi costretti di nuovo a vivere insieme, c’è chi scopre di portare in grembo una nuova vita e chi invece nasconde agli altri un bambino.

Un fiore può nascere anche in un fazzoletto di terra e la vita ritrovarsi anche quando sembra persa per sempre.

Altra protagonista di questa fiction è la montagna. Quanto, come e perché influenzerà l’esistenza dei personaggi?

La montagna rappresenta da sempre il limite, la sfida e serve proprio a dare il senso di cogenza, ma anche di ritorno allo stato primordiale.

Grazie al magnifico lavoro svolto da Riccardo Donna, il regista, e alla bellezza assoluta della valle del Primiero, la montagna, la neve, la natura, diventano elementi imprescindibili di questo racconto. Non sono messinscena, ma protagonisti assoluti.

 

Cosa speri arrivi della serie tv al pubblico?

La grandezza della Rai sta nel diversificare, non accontentarsi del certo, sperimentare. Con questo progetto si è voluto uscire dai canoni consueti, cercare strade diverse, anche noi insomma abbiamo provato a sfidare il limite.

Nel farlo però abbiamo comunque tenuto al centro l’uomo, l’emozioni, la verità. Pur in una storia di genere, action/survival, abbiamo cercato di tenere la barra a dritta sul cuore dei personaggi e sulla speranza.

L’auspicio è proprio questo che il pubblico sia attratto dalla novità, ma confortato da una storia che appassioni, emozioni e, perché no, sorprenda. Perché ricordate: niente è come sembra!

 

Nuovi progetti?

Per mia fortuna è un periodo di grande lavoro. Aspetta ormai solo la data di messa in
onda un progetto a cui tengo moltissimo e che si intitola Brennero, un giallo/thriller
davvero mozzafiato.

Tra pochi giorni andrà sul set la serie che parla del vero caso di Elisa Claps, una storia toccante e commovente sulla tenacia umana.

E poi ci sono progetti nuovi che stanno prendendo forma, una storia detection che porta in scena una parte d’Italia mai raccontata prima, e la sfida apparentemente impossibile di una serie sulla lirica.

Ma ora la priorità va a Blackout. Vi aspetto tutti lunedì 23 e martedì 24 gennaio, ore 21,25 su Rai1, non ve ne pentirete! E se non poteste, recuperateci su Raiplay!