Gian Piero Rotoli in “Le indagini di Lolita Lobosco 2”: «Silente è allegro ma ha una vena malinconica negli occhi»
Dopo il successo della prima stagione, arrivano sei nuove puntate di “Le indagini di Lolita Lobosco”.
Torna dunque la seconda stagione di una delle serie tv più amate, una fiction targata Rai1 che vede nel ruolo di protagonista la splendida Luisa Ranieri da domenica 8 gennaio 2023.
In questa seconda stagione, torna a indagare a capo della questura di Bari sui crimini della città, con la collaborazione preziosa dei fidi Forte ed Esposito.
Parallelamente Lolita, non riuscendo a darsi pace sulla ricostruzione dell’assassinio del padre Petresine, prosegue la sua indagine privata, scoprendo nuovi indizi e piste che sembrano portarla a scoprire la verità.
Oltre alla nota protagonista ritroviamo anche Gian Piero Rotoli (Ph. Giulia Lucarini) nel ruolo dell’agente Silente, amico e collega fedele del vicequestore.
Cresciuto a Napoli, si è trasferito a New York con i genitori diplomandosi al liceo The Dwight nel 1996, poi è tornato in Italia e a Roma ha iniziato la sua formazione di attore al Duse Studio di Francesca De Sapio.
Si è anche laureato alla John Cabot University in Letteratura inglese. Ha preso parte a diverse fiction affermandosi sempre di più come attore, riconosciuto a livello internazionale. Con lui, abbiamo parlato de “Le indagini di Lolita Lobosco”, dei suoi esordi e del suo essere attore.
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Gian Piero, innanzitutto perché dare un seguito a “Le indagini di Lolita Lobosco”?
E’ stato molto bello partecipare alla prima stagione e ancor di più alla seconda: la serie tv è stata girata da un regista d’autore con una Luisa Ranieri bravissima. Nella prima, facevo parte del cast fisso ed entrare nella seconda è stato automatico.
Ti ritroviamo nei panni dell’agente Silente. Come lo descriveresti?
L’Agente Silente è di origini napoletane, a differenza degli altri che sono tutti pugliesi. Ha una grande ammirazione per il suo capo; è un uomo spensierato con tanta voglia di fare per essere notato dal suo superiore.
E’ allegro ma ha una vena malinconica negli occhi: vuole sempre essere all’altezza delle situazioni.
Hai riscontrato dei tratti in comune tra te e il tuo personaggio?
Non proprio. L’unico aspetto simile è la vena malinconica.
Com’è stato tornare sul set con Luisa Ranieri?
Molto piacevole. E’ un’attrice preparata e molto generosa con i colleghi.
Napoli e New York, due luoghi a te molto cari se non sbaglio.
Assolutamente sì. Napoli è la mia città d’origine che mi ha cullato fino ai 12 anni circa; la bellezza e l’arte sono ovunque, esattamente come la poesia.
Ha però una vena malinconica. New York è piena di energia e offre tantissime possibilità; è la città che mi ha fatto sperimentare.
Tu e la recitazione?
Ho sempre scritto molto, anche da bambino, andando poi a interpretare i miei personaggi. La recitazione mi ha permesso di sperimentare e di conoscere.
Cosa significa per te essere attore?
Permette di mostrare qualcosa del nostro animo; è una sorta di specchio in cui riflettere e riflettersi.
I pro e i contro di esserlo?
Dà la possibilità di afferrare occasioni importanti, scoprire persone e posti nuovi. Il cinema è una vera macchina dei sogni e sognare arricchisce e forma l’anima. Purtroppo è un lavoro instabile e molto spesso è un mestiere che dipende da altri.
Per te anche diversi set internazionali. Cosa c’è diverso rispetto ai set italiani?
I budget sono altissimi in altri Paesi e c’è molto più rispetto del lavoro dell’attore; in America c’è molta più formalità sul set.
Nuovi progetti?
Uscirà al cinema “The Equalizer 3” con Denzel Washington e Dakota Fanning e su Prime Video nella serie tv “Everybody Loves Diamonds” con Kim Rossi Stuart.