Alessio Praticò, attore versatile diviso tra cinema, tv e fiction
Un volto e mille sfaccettature: Alessio Praticò (Ph Alessandro Rabboni) è questo e molto altro.
Oramai assai noto per critica e pubblico, lo ritroviamo in tanti progetti, dal cinema alla tv, passando anche per le piattaforme digitali.
Calabrese d’origine, ha studiato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile genovese, ha poi ottenuto due importanti riconoscimenti nel giro di tre anni (il premio Federico II al festival La Primavera del Cinema Italiano, nel 2016, il premio Vincenzo Crocitti International nel 2019).
Dal 2016 in avanti l’abbiamo visto in tantissimi progetti come Il cacciatore, Il miracolo, Lo spietato, Il traditore e Blocco 181. In questo periodo, prossime all’uscita anche tante sue fatiche artistiche, vista la sua versatilità.
Ne abbiamo parlato con lui.
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Dal 30 novembre ti vediamo su Netflix con “Il mio nome è vendetta”, un film adrenalinico d’ azione, sopravvivenza e vendetta ambientato nell’Italia del Nord dove la vita dei protagonisti viene sconvolta. Ci racconti meglio?
Si tratta di un action movie molto interessante. Viene raccontata la storia di un uomo che si è tirato fuori da un passato piuttosto oscuro; l’evento scatenante è una sua foto finita su Instagram per mano della figlia.
L’uomo viene così rintracciato ed il passato tornerà a bussare alla sua porta.
Tu chi sei nel film?
Sono Michele Lo Bianco, un ragazzo un po’ ambiguo, figlio di un boss; non condivide i metodi violenti della criminalità organizzata, ma ne sfrutta i “privilegi”. Si ritrova molto spesso in conflitto con il padre.
E’ un giovane imprenditore.
Nel film affianchi Alessandro Gassmann, com’è stato lavorarci?
Ci siamo trovati subito, come il resto del cast. Ammetto che inizialmente ero piuttosto teso per il fatto di condividere il set con un così grande attore ma poi ho compreso che fosse il tutto paritario.
Abbiamo seriamente giocato insieme, visto la stima reciproca l’uno dell’altro.
Dal 7 dicembre sei anche in “Odio il Natale” su Netflix nelle vesti di Mario. Come lo descriveresti?
E’ un ipotetico fidanzato di Gianna, interpretato da Pilar Fogliati. E’ un divertente pescatore di Chioggia che crea non poco scompiglio, disagio e imbarazzo. E’ un ragazzo semplice, cresciuto sotto l’ala della madre.
Ha il bisogno di fare il salto successivo nella sua vita per una maggiore maturità. Non conosce le bugie buone, ma dice sempre quello che gli passa per la testa.
In che modo si sviluppa il rapporto con Gianna?
Il loro è un incontro casuale in momento di disperazione di Gianna alla quale viene semplicemente chiesto il numero.
Lui ed il Natale?
Il suo spirito fanciullesco emerge soprattutto nel periodo natalizio, lasso di tempo nel quale ogni essere umano si tuffa nel passato dell’infanzia.
Si elettrizza per questa festa e per la tradizione.
Ti troviamo anche nella fortunatissima serie tv “Boris”, giunto alla quarta stagione. Com’è stato entrare a far parte di una fiction cult come questa?
Da attore, sono entrato in punta di piedi in una serie tv così seguita; da fan della fiction ne ero felicissimo. Ero circondato da professionisti.
Esiste una differenza, per te, far parte di serie tv trasmesse nella tv “classica”e serie tv trasmesse nelle seguitissime piattaforme digitali?
Per un attore non c’è differenza perché deve sempre dare il meglio; le piattaforme digitali non sono un’alternativa, bensì sono una possibilità in più. A vincere sarà sempre il buon prodotto.
I tuoi prossimi progetti?
Dal 9 gennaio mi vederete su Rai1 con “Il nostro generale” di Lucio Pellegrini ed Andrea Jublin. Uscirà poi “La festa del ritorno” di Lorenzo Adorisio e “Briganti”.
Sto inoltre girando per S una serie tv di Davide Marengo e Marta Savina