VIOLA GRAZIOSI e il suo “Eva Kant. Il giorno della vendetta”e molto altro
Non è solo l’immagine a fare un buon attore. Se è vero che “l’essenziale è invisibile agli occhi”, a maggior ragione è legittimo affidarsi anche ad altre sensibilità, cogliendo sfumature di noi stessi attraverso una riflessione un pochino più intima.
L’esperienza degli audiolibri consiste nell’allenare noi stessi all’ascolto, trasferendo il mix emozioni proprie di un libro letto in impensabili contesti quotidiani.
Viola Graziosi, nota attrice teatrale e non solo, è voce narrante di diversi audiolibri; l’ultimo è “Eva Kant. Il giorno della vendetta“. Con lei abbiamo parlato di questo ma non solo.
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Viola, innanzitutto possiamo dire che non è la prima volta che fai audiolibri. Perché hai scelto questo tipo di lettura?
L’essere attrice ha tanti canali ed essere la voce di un libro è uno di questi. E’ un canale recente ma che crea molta empatia con chi è in ascolto. E’ molto divertente ed interessante fare audiolibri. Per me, è una vera palestra attoriale. Attraverso la voce e l’udito non c’è giudizio, sono gli emblemi della sensibilità. Un libro è come uno spartito e fare audiolibri è come essere un direttore d’orchestra.
Qual è il tuo rapporto con la lettura?
Ultimamente non ho molto tempo di leggere, anche perché lo studio dei personaggi che porto in scena richiede molto studio. Essere attrice vuol dire essere un atleta del cuore di chi ci vede e ci ascolta.
Quali emozioni restituisce un libro ascoltato?
Si entra in relazione con le emozioni; c’è uno studio accurato prima ed letture molto attente. C’è anche un’interpretazione che viene data che coinvolge perché si va a toccare la fiducia di chi si affida alla tua voce.
L’informazione, ad esempio sul web, viene veicolata in modo quasi continuo. In questo caso, il valore dell’audiolibro è possibile leggerlo nella sua capacità di inserirsi in contesti di quotidianità impensabili. Ha dunque un valore sociale?
Sono pienamente d’accordo. Pensandoci bene, chi ascolta riuscirà anche a conoscere molto bene. Si instaura una relazione molto intima con le pagine di un libro.
Per te la voce quale valenza ha?
E’ una via di conoscenza, permette di cogliere sfumature di vita; anche il silenzio tra un suono e l’altro è importante.
Hai sempre voluto fare l’attrice?
Sì , da sempre. Ricordo ancora, quando da bambina fui allontanata dal camerino di mio padre che stava per andare in scena; ebbi la brillante idea di andare sul palco per zittire il vociare degli spettatori, fu così che ebbi il mio applauso.
Meglio il piccolo o il grande schermo o il teatro?
La via dell’attore richiede tutte le possibilità. Mi trovo bene con tutti i mezzi, l’uno insegna all’altro. Al cinema ed in tv si lavora per immagini e la vita arriva attraverso lo sguardo, con gli audiolibri arriva attraverso il suono e con il teatro abbiamo la possibilità di riconoscerci nelle storie altrui e farle nostre. Il palcoscenico è un luogo sacro.
I tuoi prossimi progetti?
Continuo con gli audiolibri e tanto, tanto teatro – spaziando dal classico al contemporaneo – che di fatto è il luogo di cura dell’anima. Sto anche cercando un luogo linguaggio su Tik Tok.