Francesco Patanè
Francesco Patanè

Francesco Patanè in “Ti mangio il cuore”

di Pippo Mezzapesa: «Raccontiamo una storia senza tempo»

Francesco Patanè

Puglia. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da Far West, in cui il sangue si lava col sangue.

A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale.

Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

Liberamente tratto dall’omonimo libro di Carlo Bonini e Giuliano Foschini edito da Feltrinelli Editore, “Ti mangio il cuore” è un gangster movie e una grande, tragica storia d’amore. Prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in collaborazione con Paramount+ .

Ad Elodie al suo debutto cinematografico, troviamo Francesco Patanè (Ph. Paolo Palmieri), un bravissimo giovane attore che il pubblico ha già avuto modo di apprezzare ne “Il cattivo poeta” al fianco di Sergio Castellitto.

 

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Francesco, cosa ti ha spinto ad accettare questo particolare progetto cinematografico?

C’era l’opportunità di raccontare la mafia garganica, molto spesso non raccontata. Inoltre la storia che raccontiamo è tratta da un interessante romanzo d’inchiesta. Infine, il mio personaggio risultava molto “divertente”. Non potevo dire di no.

Francesco Patanè

Il film è girato in bianco e nero e sembra quasi che questi due colori sottolineino ancora di più la contrapposizione tra le famiglie che vediamo protagoniste nella storia che ci andate a raccontare. E’ così?

Anche. Il bianco e nero, oltre a raccontare la polarità di queste due famiglie, vogliono mostrare come questi due colori abitino nell’essere umano; ogni uomo infatti ha luci ed ombre dentro di sè e questa caratteristica vitale è presente anche nei personaggi della storia che andiamo a raccontare.

Nel film tu sei Andrea Malatesta. Come ti sei preparato per impersonarlo?

Ho studiato il dialetto foggiano, ho fatto un lavoro sul corpo per riportare la fisicità presente in quel contesto socio – culturale e ho cercato dai far emergere il più possibile l’evoluzione che ha Andrea nel corso del film.

Come lo descriveresti?

Inizialmente è un irresponsabile, un giovane che vive tutto sulla sua pelle; è sensibile, emotivo  ed anche aggressivo. Successivamente diventa più feroce, sporcandosi di qualcosa piuttosto gravemente.

Per Andrea cosa rappresenta l’amore?

Quando si realizza, per lui è qualcosa di bruciante, pulito e puro. Arriverà però anche confonderlo con l’approvazione e la stima.

Francesco Patanè

E Marilena?

E’ la miccia che fa scattare in lui qualcosa, è bellissima, è un esempio di libertà da seguire. Marilena infatti è una donna forte, connessa a se stessa e molto istintiva. Lui è più fragile di lei.

Affianchi Elodie che tra l’altro debutta sul grande schermo. Com’è stato lavorare con lei?

Questo film è Elodie. E’ perfettamente sintonizzata con le sue energie. Mi ha aiutato tantissimo per questo.

Ponete l’accento su una criminalità organizzata silente che non sempre viene raccontata.

In Puglia ci sono tanti tipi di criminalità organizzata: la Sacra Corona Unita, quella garganica e quella foggiana Quella che raccontiamo è la seconda, ovvero una mafia legata al territorio ed a famiglie che si fanno giustizia da sè. E’ diversa dalle mafie che normalmente ci vengono narrate.

Cosa vorresti arrivasse al film al pubblico?

La difficile realtà che raccontiamo e quanto sia difficile uscire dal contesto culturale nel quale siamo cresciuti in cui vivono le persone che amiamo.

I tuoi prossimi progetti?

Uscirà su Netflix “La legge di Lidia Poet” con Matilda De Angelis.