Lunana: il villaggio alla fine del mondo
Ugyen è un giovane insegnante di città che sogna di lasciare il Bhutan per raggiungere l’Australia e lì diventare un cantante. Intanto però, dato il suo scarso rendimento viene inviato per punizione a completare l’incarico a Lunana un paesino con 56 anime che si trova ad 8 giorni di cammino e ad un’altezza di 4.800 metri.
Lì manca qualsiasi comfort. La scuola non è altro che una stanza in cui si deve scrivere sul muro perché non esiste una lavagna. I bambini però sono molto affettuosi e partecipi tanto da spingerlo a farsi arrivare del materiale didattico dalla città.
Il sogno dell’Australia resisterà a una inattesa e calorosa accoglienza comunitaria? Arriva nelle sale cinematografiche italiane il prossimo giovedì 31 marzo “Lunana, il villaggio alla fine del mondo” , pellicola a firma del regista bhutanese Pawo Choyning Dorji, ambientata in un remoto villaggio dell’Himalaya a circa 5000 metri di quota, privo di elettricità.
Distribuito in Italia da Officine Ubu, è decisamente un film da non perdere, candidato all’Oscar come miglior film internazionale. Si tratta del primo film nella storia della cinematografia del Bhutan a ottenere la prestigiosa nomination, accolta con sorpresa dal regista stesso.
Lunana esiste davvero, non è un villaggio ideato a scopo cinematografico. E ospita davvero la scuola più remota del mondo, al confine tra Bhutan e Tibet. Esattamente come raccontato nel film, è raggiungibile in 8 giorni di viaggio ed è privo di elettricità e connessioni di rete.
Pertanto la produzione del film è dipesa totalmente dall’energia solare. Il cast è composto per la maggior parte da abitanti del villaggio.
Il sogno del regista, una vera e propria promessa nei confronti degli abitanti di Lunana, è di riuscire a organizzare una proiezione della pellicola nel villaggio.