LIVIO KONE
Noi” su Rai1: «Prima ero curioso poi mi sono innamorato di questo mestiere»
Ad impersonare il ruolo di Daniele da adulto è Livio Kone, un volto che ha tutte le carte in regola per diventare la nuova star del cinema.
Dai campi di calcio dell’oratorio fino a quelli dell’Inter e dell’Inghilterra accarezzando il sogno della Serie A, oggi il quasi trentenne di San Vittore Olona – originario della Costa d’Avorio e cittadino italiano conosciutissimo in paese per aver giocato da giovanissimo nel Centro giovanile calcio -.
Si sta facendo amare sempre di più per ruolo intenso in questa fiction targata Rai1 e diretta da Luca Ribuoli. Ha lavorato per l’agenzia Ipc international Roma con l’agente Eleonora Cecinelli, ha girato “Zero” per Netflix e “Crazy for football” con Sergio Castellitto e Max Tortora.
Con Livio Kone ci siamo focalizzati molto sulla sua ultima per la Rai cercando di conoscerlo un po’ di più.
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Livio, partiamo proprio da “Noi”: cosa ti ha portato a dire sì?
Per poter recitare innanzitutto. La storia era ben scritta e il mio personaggio era notevole. E’ tratta da una serie tv che ha visto il mondo intero.
Tu sei Daniele Peirò, che tipo di bambino è stato? E da adulto com’è?
Vivace e solare. E’ nella costante ricerca della perfezione. Ama la sua famiglia e non vuole pesare sulle spalle dei genitori. Cerca sempre di essere giusto.
E’ uno dei più accreditati manager finanziari di Milano ma cosa manca nella sua vita per essere completa?
Manca un tassello della sua vita, ovvero il suo padre biologico, la sua famiglia di sangue. Ha una mancanza di appartenenza. La sua famiglia l’ha fatto sentire unico ed amato ma basta.
E’ stato difficoltoso per lui avere un colore diverso della pelle in famiglia? E nella società?
Beh, direi di sì, come lo può essere per tutti, ma in quel periodo storico ancora di più. Ha sempre avuto il sorriso ma non è stato semplice per lui integrarsi.
Quale significato ha per Daniele Peirò la parola Noi?
E’ tutto, è la famiglia. Ogni persona ha i suoi problemi eppure nessuno si salva da solo, motivo per cui il Noi per lui è casa.
Il pubblico sta imparando a conoscerti, tu hai un passato da sportivo. Cosa ti lasciato il calcio?
Oltre la rottura del ginocchio, non mi sentivo più appagato da quel mondo, mi mancava qualcosa.
La recitazione quando e come è arrivata nella tua vita?
E’ iniziato tutto sette anni fa, un po’ per caso e un po’ inconsciamente. Ho fatto richiesta all’accademia di Milano ed sono stato accolto. Prima ero curioso poi mi sono innamorato di questo mestiere.
Essere attore cosa significa per te?
Vivere altre vite, emozionarmi e donarmi a chi mi segue.
Quali soni i tuoi progetti futuri?
Una fiction per la Rai sul calcio.
https://www.youtube.com/watch?v=tcT-PUBKbwg