FRANCESCO RUSSO ne L'amica geniale 3
FRANCESCO RUSSO ne L'amica geniale 3

FRANCESCO RUSSO ne “L’amica geniale 3”

FRANCESCO RUSSO ne L'amica geniale 3

Storia di chi fugge e di chi resta” è il terzo capitolo de “L’amica geniale”, diretto non più da Saverio Costanzo ma da Daniele Luchetti; In questa terza stagione emerge  la competizione come spinta propulsiva a fare meglio, il confronto come molla per raggiungere la felicità.

Probabilmente sappiamo che Lila e Lenù non saranno mai davvero felici, costrette a guardare per tutta la vita i risultati dell’altra con quel pizzico di malizia che, in fondo, è il motore di qualsiasi amicizia che si rispetti.

In questa fiction di successo in onda ogni domenica sera su Rai1 troviamo anche il giovane ed assai bravo Francesco Russo (Ph. Dirk Vogel) nel ruolo di Bruno Soccavo, un personaggio incontrato nella seconda stagione, durante gli episodi ambientati a Ischia (regia di Alice Rohrwacher).

Si tratta dell’amico di Nino Sarratore, buono e generoso, figlio di un imprenditore di San Giovanni a Teduccio.

Ne abbiamo parlato con lui.

 

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Francesco, partiamo dall’inizio. Ti stiamo vedendo nella terza stagione de “L’amica geniale”. Perché hai detto sì nuovamente?

Non potevo certo tradire i libri di Elena Ferrante; il mio personaggio sarebbe continuato ed io con lui. La sfida era molto interessante.

Come descriveresti Lila e Lenù?

La prima è il fuoco e la seconda è il vento; sono elementi che s’incontrano e si scontrano. E’ amicizia la loro.

Tu, nella serie tv, sei  Bruno Soccavo. Come ti sei preparato per impersonarlo?

Prima di cominciare le riprese, tutti noi attori ci siamo chiusi nell’albergo con la coach Elena Bourika per improvvisare sui personaggi, ovvero recitare scene non presenti nel libro che potessero aiutarci meglio a comprenderli.

Com’è lui in questa terza stagione?

Ora sente addosso il peso dell’azienda portata avanti dal padre; è chiuso in se stesso, arrabbiato e preoccupato; è insensibile nei confronti degli altri. E’ un vile, arroccato nelle sue posizioni.

Tu come lo definiresti?

E’ senza spina dorsale perché gli eventi gli hanno rotto il carattere che aveva. Non voleva stare in quell’azienda, avrebbe voluto altro.

E’ stato difficile ritrovarsi in quel periodo storico?

In realtà è stato divertente. All’inizio degli anni settanta non si riusciva a comprendere il linguaggio degli operai.

Cosa ti piacerebbe arrivasse di questa stagione al grande pubblico?

La forza della lotta, la forza dei sentimenti.